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Pfizer, Diversity&Inclusion come priorità aziendale. Intervista a Enrico Bovi

Pfizer: Diversità, Equità e Inclusione al centro della strategia aziendale. L'intervista di affaritaliani.it al Customer Engagement Platform Lead Enrico Bovi

Dalla realizzazione di iniziative volte a rafforzare il ruolo dei dipendenti all'interno della comunità fino al raggiungimento di importanti riconoscimenti: il percorso di Pfizer a sostegno della "Diversity&Inclusion" si espande anno dopo anno, con riscontri positivi tanto nel tessuto aziendale quanto all'esterno. 

Enrico Bovi, oltre a guidare la Customer Engagement Platform di Pfizer Italia, è il responsabile sui temi di Diversità, Equità e Inclusione per tutta la filiale italiana. Affaritaliani.it lo ha intervistato per capire in che modo una multinazionale come Pfizer sta promuovendo temi di inclusione, equità e diversità nel nostro Paese e quali sono i progetti futuri in merito.

In che modo si impegna Pfizer in Italia per promuovere la Diversità, l’Equità e l’Inclusione? Pfizer riesce a creare un ambiente di lavoro capace di valorizzare le differenze e i punti di forza di ogni individuo, riuscendo a garantire l’uguaglianza?

"La diversità e l’inclusione sono parte integrante della cultura aziendale di Pfizer. Da anni l’azienda si impegna sia a livello globale, che in Italia, a promuovere una cultura della Diversità, Equità e Inclusione a tutti i livelli, coinvolgendo colleghi in tutti i paesi del mondo, suddivisi in gruppi di volontari (chiamati Colleagues Resource Group) che dedicano parte del loro tempo a promuovere specifiche iniziative di sensibilizzazione e progettualità in questa direzione", dichiara Bovi. "Dal 2013, Pfizer in Italia ha intrapreso un corposo programma di intervento su questi temi, che a oggi possono contare sul coinvolgimento di oltre 100 colleghi, partendo dalla parità di genere e proseguendo il percorso affrontando argomenti quali la disabilità, i diritti della comunità LGBTQ+, l’inserimento di rifugiati nel mondo del lavoro, l’arricchimento cross-generazionale e, più in generale, l’inclusività culturale". 

"Come mi piace sottolineare spesso, la diversità è ricchezza. Quindi incoraggiamo ogni opportunità per cogliere il valore di esperienze, punti di vista, culture e approcci diversi creando ambienti lavorativi in cui tutti si sentano sereni nel condividere le proprie diversità. Più che l’uguaglianza è necessario garantire l’equità, che implica l’individuazione dei bisogni specifici dei singoli che ovviamente possono essere differenti. Tutti devono essere messi in grado di mettere a disposizione il proprio valore in ogni contesto aziendale".

Ci sono iniziative specifiche che Pfizer intende promuovere per sensibilizzare l’inclusione? Sono presenti in azienda percorsi di formazione, politiche di assunzione o misure specifiche riguardanti l’argomento?

"Siamo molto attivi su diverse tematiche, con iniziative sia globali che locali. Mi lasci dire che tra 2023 e 2024 abbiamo ottenuto la Certificazione di Parità di Genere e il Premio Minerva per la promozione della leadership femminile. Per fare qualche esempio di attività concrete… In occasione della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, lo scorso novembre, abbiamo coinvolto tutta l’azienda in una riflessione sull’argomento con la partecipazione di due esperte del settore, che ci hanno aiutato ad approfondirne i vari aspetti". 

"Abbiamo avviato un progetto di collaborazione con nostri fornitori per l’inserimento di persone diversamente abili nei nostri eventi in qualità di steward e hostess; siamo partiti con uno stand Pfizer al congresso SIFO 2023 e abbiamo proseguito durante il meeting DEICE di gennaio, utilizzando provider in grado di offrire personale diversamente abile".

"Anche le nostre politiche di selezione e sviluppo del personale sono incentrate sulla valorizzazione della diversità dei talenti, favorendo processi equi e inclusivi. Favoriamo, ad esempio, percorsi di formazione interni per coinvolgere e sensibilizzare i colleghi e le colleghe, tra cui un programma europeo specificatamente dedicato alla formazione dei talenti femminili. Sull’inclusione lavorativa dei rifugiati abbiamo avviato un progetto europeo che sta prendendo piede anche in Italia, ricevendo anche un riconoscimento dall’UNHCR".

Per quanto riguarda la crescita dei più giovani?

"Abbiamo avviato un progetto innovativo sul tema della integrazione intergenerazionale, ovvero di reverse mentorship, che quest’anno vedrà la sua seconda edizione e che prevede il coinvolgimento a coppie di 40 colleghi e colleghe, 20 senior e 20 Junior, facilitando una relazione di mentorship a due vie".

Rispetto al cosiddetto work life balance?

"Infine, Pfizer offre ai suoi dipendenti misure importanti per facilitare il bilanciamento tra vita personale e professionale. In particolare, per i colleghi e le colleghe di Roma, Milano e della struttura commerciale sul territorio, l’azienda offre il rimborso del 50% delle spese per asilo nido e permessi specifici per prendersi cura dei familiari in situazioni di difficoltà o in caso di lutto e, non da ultimo, offre ai neo-papà un permesso di paternità di 50 giorni aggiuntivi rispetto a quanto previsto per legge".

Pfizer Italia si è posta degli obiettivi concreti che siano in grado di migliorare l’approccio alla diversità all’interno dell’azienda? Quali risultati spera di raggiungere?

"Nell’ambito delle attività della Certificazione per la Parità di genere, un processo virtuoso della durata di  tre anni, tutto l’impegno e gli investimenti dell’azienda sulle tematiche DE&I sono stati analizzati e misurati, dando l’opportunità al management aziendale di darsi obiettivi concreti e definiti. In generale, il nostro obiettivo è di mantenere sempre viva l’attenzione sull’importanza dell’inclusione come valore prioritario della nostra cultura tra tutti i colleghi".

"La nostra ambizione è di mettere in pratica un modello che possa essere di ispirazione anche per altre organizzazioni. Questo richiede l’essere molto attivi nel comunicare esternamente il valore del nostro approccio che consideriamo necessario per contribuire all’evoluzione della società.  Ciò non toglie che altri partner possano essere a loro volta fonte di inspirazione per noi offrendoci stimoli per migliorare ulteriormente il nostro percorso culturale".





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