Affari Europei
Brexit affossa il mercato immobiliare Uk

Crolla il mercato immobiliare inglese a causa dei timori per la Brexit. E per risollevare le compravendite ecco la clausola di recesso ad hoc
Il mercato immobiliare londinese, uno dei piú caldi del mondo, ha subito una brusca frenata. Dall'inizio dell'anno la compravendita di immobili é crollata del 40%. La causa? I timori per la Brexit. Molti inglesi temono infatti che nel caso in cui la Gran Bretagna lasci l'Unione europea il prezzo delle case crolli, vanificando gli investimenti fatti.
In caso di Brexit i prezzi delle case crollerebbero
Il ministero del Tesoro si aspetta infatti che nel caso in cui il 23 giugno vincano i 'leave' i prezzi delle case calino mediamente del 10%, ma la percentuale potrebbe salire al 18%. E ovviamente tutti ora aspettano a fare acquisti. Ad attendere sono soprattutto i fondi di investimento e chi cerca appartamenti di pregio.
La Brexit causerebbe una emoraggia di posti di lavoro
Basti pensare che nella sola City potrebbero essere centomila i posti di lavoro tagliati. Le ripercussioni sull'economia londinese potrebbero essere cosí forti che un appartamento comprato il 22 giugno per mezzo milione di sterline potrebbe valerne solo 400mila prima dell'estate. E per salvare il mercato immobiliare le agenzie hanno introdotto una clausola di recesso.
Le agenzie hanno introdotto la clausola anti-Brexit
La 'money back Brexit guarantee pledge' é una garanzia per chi vuole fare un acquisto ma é frenato dal referendum. La clausola infatti permette di rescindere il contratto di acquisto nel caso in cui al referendum di fine mese vincano i secessionisti.
Anche i sindacati si schierano a favore del no.
Si appellano ai loro sei milioni di iscritti i leader dei principali sindacati del Regno Unito, che con una lettera comparsa sul Guardian hanno chiesto ai cittadini britannici - e in particolare a chi fa parte delle 'unions' - di votare contro la Brexit al prossimo referendum sull'appartenenza all'Unione europea che si terra' il 23 giugno.
I segretari generali di Unite, Unison, Gmb e Usdaw, insieme ad altri sei sindacati minori, hanno cosi' sottolineato come l'uscita dall'Ue possa mettere a rischio diritti acquisiti negli anni dai lavoratori come gli assegni di maternita' e di paternita', l'uguaglianza legale dei dipendenti part time e di quelli a tempo pieno e persino ferie e malattie pagate.
"Se il Regno Unito dovesse lasciare l'Ue - hanno scritto i sindacalisti - non abbiamo dubbi sul fatto che queste protezioni sarebbero sottoposte a minaccia". L'appello dai sindacati arriva proprio nei giorni in cui una parte del Labour chiede nuovamente al capo dell'opposizione, Jeremy Corbyn, di condividere una piattaforma di intenti contro la Brexit insieme al capo del governo, e leader dei conservatori, David Cameron. Da parte di Corbyn, tuttavia, non ci sarebbe la volonta' di farlo.
I sondaggi danno in testa i sostenitori della Brexit
Intanto, come riporta il Guardian, un altro sondaggio da' ancora una volta gli euroscettici in vantaggio sugli europeisti: secondo la rilevazione effettuata da YouGov per la rete televisiva privata Itv, il 45% dei sudditi di Sua Maesta' al momento voterebbe per la Brexit, il 41% per restare nell'Ue mentre l'11% dei britannici e' ancora indeciso.