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Affari Europei
Brexit, ecco perché May ha scelto Firenze per sfidare Bruxelles e l'Ue

BREXIT, THERESA MAY PARTE DA FIRENZE

Niente Bruxelles o Strasburgo. Niente aule di Commissione o Parlamento europeo. Theresa May per il suo discorso ufficiale sulla Brexit ha scelto l'Italia, e Firenze. Una scelta che ha sorpreso molti ma che lancia un messaggio chiaro: Londra non ama l'Europa della burocrazia e dei centri decisionali (e per questo la sta lasciando) ma l'anima britannica resta fortemente europea dal punto di vista culturale.

ECCO PERCHE' THERESA MAY HA SCELTO FIRENZE PER IL SUO DISCORSO SULLA BREXIT

Senza contare che Firenze è da secoli un luogo molto amato dai britannici. Il principe Carlo appare spesso da queste parti, ospite di famiglie nobili toscane. L’impronta inglese penetra i cromosomi della moda e del centro storico e sopravvive ancora sotto la crosta del turismo di massa. Ma il simbolismo non finisce qui. Firenze fu anche la capitale del Rinascimento e la May vuole forse alludere a una possibile nuova ripartenza dell'Europa lontana dalle capitali burocratiche e più vicina alla cultura comune e a una vera Europa delle Nazioni.

MAY PARLERA' ALL'EX CASERMA DEI CARABINIERI

L'ex Caserma dei carabinieri nella centralissima piazza della Stazione a Firenze risulta ad oggi indicata come luogo del discorso di venerdì 22 settembre. Pur se manca ancora l'ufficialità, che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, da svariati sopralluoghi e studi rispetto a diversi spazi del centro fiorentino, la sede dell'ex scuola Marescialli dell'Arma, confinante con il suggestivo complesso della basilica di Santa Maria Novella, sarebbe stata selezionata dal governo inglese come luogo più idoneo per accogliere il discorso sulla Brexit del primo ministro anglosassone.

FIRENZE DIVISA TRA ANTI E PRO MAY

In attesa della May, la città toscana si divide tra favorevoli e contrari all'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Lo rivela il quotidiano inglese Financial Times, che ha intervistato i fiorentini a proposito della Brexit. Per il panettiere Daniele Petruzzi, durante la visita nel capoluogo May dovrà "spiegare le ragioni di un processo che provochera' molti danni", e si augura un'Unione Europea "ferma sulle proprie posizioni". I negoziati, in effetti, non stanno procedendo bene: "C'e' bisogno di una presa di posizione chiara da parte di Londra", ha spiegato al FT Renaud Dehousse, presidente dell'Istituto Universitario Europeo. La speranza, almeno di chi vorrebbe un ripensamento o un passo indietro del Regno Unito, è che la scelta di Firenze come sede del discorso riveli la volontà di Theresa May di ammorbidire la propria posizione sull'uscita dall'Unione:

"Spero che la storia e la bellezza della città possano influenzare positivamente la trattativa - ha detto Leonardo Bieber, consigliere comunale Pd di Firenze -. Firenze è un simbolo dell'Europa, una città ricca di spirito favorevole all'Unione". Firenze e il Regno Unito sono legate da molto tempo. Già in epoca medievale, e poi durante il Rinascimento, molto del commercio tessile della città toscana era diretto oltre la Manica. Proprio quest'anno il British Institute festeggia i cent'anni lungo l'Arno, e a Firenze c'è anche il Cimitero degli inglesi, luogo di sepoltura costruito nel 1828 per i cittadini non cattolici e non ebrei che morivano nella città italiana. La custode di quel cimitero, oggi, è l'ottantenne Julia Holloway. Al Financial Times ha ribadito la sua contrarietà alla Brexit: "E' qualcosa di orribile, di retrogrado. Spero che capiscano il grave errore commesso e che il progetto venga abbandonato". Sempre al FT ha parlato la psicoterapista 42enne Margherita Vannoni, secondo cui la separazione di Londra dall'Europa rendera' tutti "un po' più poveri". Ma non tutti la pensano allo stesso modo: come riporta il quotidiano britannico, c'è di spera di veder presto anche l'Italia alle prese con le trattative per abbandonare Bruxelles: "Gli inglesi avranno piu' autonomia, un po' come la Svizzera. Credo che farebbe bene anche all'Italia", sostiene Max Francalanci, fotografo di 64 anni, a cui fa eco la giovane Marianna Bufanio: "Perché dovrebbe finire tutto senza Unione, se prima sopravvivevamo?".

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