Difesa, arriva la centrale d'acquisto Ue
La Commissione Ue ha deciso di creare un fondo per la ricerca e una centrale di acquisto per ottimizzare gli investimenti nel campo della Difesa
In Italia abbiamo la Consip, la centrale di acquisto della Pubblica amministrazione che dovrebbe spuntare prezzi piú vantaggiosi rapportandosi con i fornitori. A livello europeo, per il settore della Difesa, sta per arrivare una struttura simile. La Commissione Ue oggi ha lanciato un Fondo europeo della Difesa per aiutare gli Stati membri a spendere piú efficacemente nel settore e ridurre le duplicazioni nelle commesse militari.
L'Ue finanzia la ricerca nella Difesa
"Il Fondo agirá come catalizzatore per un'industria europea della difesa forte, che sviluppi tecnologia e materiali di punta", ha spiegato il vicepresidente della Commissione responsabile per gli Investimenti, Jyrki Katainen. Il Fondo comporta due pilastri. Il primo é dedicato alla ricerca e sará attivato giá quest'anno con sovvenzioni per progetti in tecnologie e prodotto innovativi. Nel prossimo triennio 90 milioni del bilancio comunitario - 25 milioni nel 2017, 50 nel 2018 e 25 nel 2019 - saranno destinati alla ricerca nella difesa. Dal 2020 la Commissione vorrebbe dotare il pilastro ricerca del Fondo europea della Difesa di 500 milioni di euro l'anno.
Un Fondo epr acquisti congiunti di armamenti
Il secondo pilastro e' destinato a finanziare lo sviluppo e gli acquisti congiunti di equipaggiamento e tecnologie di difesa, come i droni o i satelliti. L'Ue garantirá un cofinanziamento di 500 milioni di euro nel biennio 2019-2020 per acquisti congiunti, che dovrebbe passare a 1 miliardo l'anno dopo il 2020. Nell'Ue nel settore della difesa e della sicurezza "c'é un deficit di efficienza" perché "facciamo tutto 28 volte" con una duplicazione dei costi, ha spiegato Katainen: "Il 2% di Pil speso in modo separato fornisce meno sicurezza rispetto a quanto farebbe se il denaro fosse speso in comune".
Italiani terzultimi per sostegno alla Difesa europea
Gli italiani sono in terzultima posizione tra i paesi europei per il loro sostegno a una politica comune dell'Unione europea sulla difesa e la sicurezza, secondo i risultati di un Eurobarometro diffusi oggi dalla Commissione. Solo il 64% degli italiani si sono detti a favore contro il 75% della media dell'Ue. Perfino il Regno Unito fa meglio dell'Italia, con il 67% di favorevoli nonostante la Brexit. I lussemburghesi e i lettoni arrivano in testa con l'87%, seguiti dai tedeschi (84%) e dagli estoni, dai lituani e dagli olandesi (tutti con l'83%). Tra i grandi paesi, gli spagnoli sono favorevoli al 80%, i polacchi al 79% e i francesi al 77%. Secondo Eurobarometro,c'e' comunque una maggioranza chiaramente favorevole a una politica comune Ue sulla difesa e la sicurezza in tutti gli Stati membri. In fondo alla classifica, ci sono gli austriaci con il 57% e gli svedesi con il 59%.
La Commissione propone tre opzioni per il futuro della Difesa europea
Semplice cooperazione? Condivisione? Oppure una vera e propria Difesa e sicurezza comune? In un documento di riflessione sul futuro della Difesa europea, oggi la Commissione ha proposto agli Stati membri tre scenari per arrivare a una vera Unione della sicurezza e della difesa. "Le minacce alla sicurezza non sono lontane dalle nostre frontiere e dai nostri cittadini", dice il documento, sottolineando che "la natura della relazione transatlantica sta evolvendo" e "piu' che mai gli europei devono assumersi maggiore responsabilita' per la loro stessa sicurezza".
Tre scenari incrementali per la Difesa Ue
Il documento di riflessione, presentato dall'Alto rappresentante Federica Mogherini, indica tre scenari incrementali che possono essere realizzati all'orizzonte 2025. La prima ipotesi, la meno ambiziosa, prevede di proseguire con l'attuale "cooperazione nella sicurezza e nella difesa", anche se in modo "piu' frequente" che in passato. "Questa cooperazione rimarrebbe volontaria e dipenderebbe da decisioni ad hoc", spiega il documento. Nel secondo scenario, quello della "Difesa e sicurezza condivisa", gli Stati membri dovrebbero dimostrare maggiore "solidarieta' finanziaria e operativa" e consentire all'Ue di "proiettare la sua potenza militare e impegnarsi pienamente in crisi esterne", spiega il documento di riflessione. Il terzo scenario, quello della "Difesa e sicurezza comune", e' il piu' avanzato: l'Ue sarebbe in grado di condurre operazioni "Per meglio proteggere l'Europa, incluse operazioni contro gruppi terroristi, operazioni navali in ambienti ostili o azioni di cyber-difesa". Le forse armate degli Stati membri dovrebbero raggiungere un "piu' alto livello di integrazione", dice il documento. Queste forze sarebbero "pre-posizionate e rese permanentemente disponibili per il rapido dispiegamento in nome dell'Unione".