Affari Europei
I dubbi Ue sull'etichetta di origine a pasta e riso
A Bruxelles sono in molti a ritenere che l'indicazione di origine sui pacchetti di pasta e riso in Italia possa ledere il libero commercio
La nuova battaglia tra Bruxelles e Italia si combatte a suon di spaghetti e fusilli. La Commissione europea sta infatti valutando il provvedimento varato dal governo italiano che prevede l'obbligo dell'inserimento dell'origine in etichetta sui pacchi di pasta e riso. Insomma, da ora in poi chi produce maccheroni, spaghetti e farfalle dovrá scrivere sul pacco se il grano duro con cui é stata fatta la semola proviene dai campi nostrani, da quelli europei o extra europei. Idem per il riso.
Un ostacolo alla libera circolazione delle merci
Secondo la Commissione europea provvedimenti di questo genere non fanno altro che alimentare un patriottismo negli acquisti che non porta benefici per nessuno, visto che il fatto che un frumento sia coltivato in Italia non é affatto garanzia di qualitá migliore, anzi. E allora perché la Commissione europea non interviene per bacchettare l'Italia (che ha adottato un provvedimento temporaneo chiedendo prima parere a Bruxelles).
Fermare l'onda populista con piccole concessioni
L'idea di Jean Claude Jucnekr sembra essere quella di non ostacolare queste piccole riforme per fornire una arma contro i populismi crescenti. In altre parole Bruxelles cede sull'etichetta di origine per dare ai governi nazionali delle armi da usare in campagna elettorale contro i partiti anti-europei che negli ultimi tempi sono fortemente cresciuti. La pasta Made in Italy si puó dire in salvo, per ora.