Affari Europei
Immigrati, Juncker: "Flessibilità in caso di sforzi straordinari"

Se un Paese compie uno sforzo straordinario per far fronte all'emergenza profughi, questo sara' riconosciuto nella valutazione dei bilanci nazionali da parte della Commissione: lo ha chiarito, durante il suo intervento all'Europarlamento, il presidente Jean-Claude Juncker. "Il patto di stabilita' e crescita sara' applicato - ha sottolineato - tenendo conto degli sforzi straordinari dei paesi che ne fanno. Le regole contengono un margine di flessibilita' che verra' utilizzato. Ma fra i grandi paesi ce ne sono anche che non fanno abbastanza: solo chi dimostrera' di compiere sforzi avra' diritto alla flessibilita'", ha precisato.
Juncker ha cosi' confermato che la Commissione europea applichera' la clausola di flessibilita' nel giudizio sui conti pubblici degli Stati membri, tenendo conto delle spese sostenute per gestire la crisi migratoria, pur con la precisazione che il riconoscimento della flessibilita' sara' legato alla dimensione dello sforzo e comunque valutato "Paese per Paese". "Il patto e' il patto", ha ricordato Juncker del Patto di stabilita', "siamo di fronte a una situazione eccezionale, e vedremo Paese per Paese in che misura si deve tener conto dei costi che comporta la gestione della crisi dei migranti". Juncker ha chiarito che "se un Paese compie uno sforzo straordinario, se ne deve tener conto". Questo significa anche che "chi non compie uno sforzo straordinario non vedra' l'applicazione di questa flessibilita'". In sintesi, ha concluso Juncker, "chi vuole vedersi riconoscere la flessibilita' deve dimostrare innanzitutto responsabilita'".
L'Unione europea "difendera' sempre i diritti dei rifugiati" in arrivo nel vecchio continente, ma i migranti devono sapere che "hanno anche dei doveri": ha detto ancora Juncker nel suo intervento di al Parlamento europeo. "I migranti che arrivano in Europa devono sapere che se non si registrano non avranno diritti. Questo deve essere chiaro". Ecco perche', ha spiegato, sono state decise misure operative che rendano efficaci i centri di identificazione e registrazione nei paesi di primo arrivo, i cosiddetti "hotspot". Solo grazie a questo sistema i profughi con il diritto alla protezione internazionale potranno essere distribuiti fra i paesi di destinazione e gli altri rimpatriati.