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Affari Europei
Irlanda al voto dopo ripresa e troika. "Ora basta all'austerity Ue"

Importante test elettorale in Irlanda. Dublino ha subìto la troika, ma è cresciuta del 7%. Ora però dilagano gang e violenza e la speranza è dire basta all'austerity. Il sogno è quello di crescere a ritmi elevati. D'altra parte è questo lo slogan del primo ministro uscente, Enda Kenny; "Continuate a sostenere la ripresa".

Lo scorso 3 febbraio il premier Enda Kenny aveva chiesto lo scioglimento del parlamento per dare “un governo stabile” al Paese e per “proteggerne l’economia”. Kenny mira a ottenere un secondo mandato e la sua possibile carta vincente è proprio quella dei conti tornati col segno più dopo la profonda crisi. Le dure misure imposte dalla troika sono state un male necessario, sottolinea Kenny, il quale mette in evidenza come senza di lui e la sua coalizione l'Irlanda avrebbe fatto la fine della Grecia.

Solo nel 2010, infatti, l'Irlanda fu costretta a chiedere un prestito internazionale da 67,5 miliardi e a varare poi un doloroso piano di austerity sotto la vigilanza della troika. Grazie al lavoro del governo e alle misure di austerity il deficit si è quasi azzerato nel giro di 5 anni, così come il debito si è ridotto di parecchio. Anche la dioccupazione è tornata a scendere sotto il 9% dopo aver sfiorato il 15% nel momento peggiore.

Insomma, la ripresa è una realtà. Ora però ci vuole il passo in più e la crescita. Anche perché la situazione non è tutta rose e fiori. Anzi. I tagli al budget hanno toccato anche il comparto della sicurezza. Con la conseguenza di gravi problemi legati a violenza e a gang di delinquenti che operano quasi indisturbati nelle periferie. Non solo. I tagli al welfare hanno causato gravi disagi sulle abitazioni, sulla sanità, sull'assistenza ai bambini e alle madri, sui trasporti. Insomma, i conti sono tornati a posto ma la vita quotidiana per gli irlandesi non è semplicissima.

In questo quadro contraddittorio le elezioni politiche rappresentano dunque un test fondamentale per il governo di coalizione tra i conservatori del Fine Gael e i laburisti della vicepremier Joan Burton, che verrà giudicato dopo i sacrifici imposti con l’austerità, da un lato, e gli importanti segnali di ripresa, dall’altro. Secondo i sondaggi pubblicati dai quotidiani locali i due partiti, che si propongono nuovamente di riunirsi in coalizione dopo il voto, potrebbero non ottenere la maggioranza assoluta dei seggi né accordarsi con partiti di minoranza e candidati indipendenti, creando un vero e proprio stallo politico come successo in Spagna e Portogallo. Il rischio è dunque quello di avere un quadro politico instabile. Una situazione che non piacerebbe all'Ue e che potrebbe bloccare il rilancio economico dell'Irlanda.

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