Affari Europei
Metal detector e controlli come in aereo. Ferrovie, svolta nella sicurezza
L'Europa si sente sempre più assediata dal terrorismo di matrice islamica. Gli attentati riusciti e sventati e le centinaia di migliaia di migranti che si accalcano ai confini, hanno convinto i governi europei ad introdurre nuove misure di sicurezza per controllare chi circola all'interno dell'Unione.
Nell'occhio del ciclone ci sono i trasporti ferroviari, dopo che un cittadino di origine marocchina, Ayoub el-Khazzani, non è riuscito a compiere una strage sul treno Bruxelles-Parigi solo per l'intervento di alcuni militari americani fuori servizio.
Sabato i ministri dell'Interno e dei trasporti di nove Paesi si riuniranno per discutere quali misure di sicurezza prendere per alzare la sicurezza dei passeggeri. Le misure sul tavolo sono le più varie: c'è chi ha proposto di installare telecamere di sorveglianza su ogni vagone, chi invece vorrebbe introdurre controlli con metal detector nelle stazioni ferroviarie come in aeroporto, chi invece suggerisce di introdurre gli 'sceriffi dei treni', come quelli dell'aria addestrati dagli Stati Uniti dopo l'11 settembre.
Ma ad ogni soluzione individuata sorgono nuovi problemi. Prima di tutto logistici. Creare controlli di sicurezza alle stazioni significa mandare in tilt la maggior parte degli scali. Se si può arrivare un'ora prima in aeroporto è impensabile farlo in stazione. Idem per le telecamere, magra rassicurazione. E gli sceriffi si sono rivelati inutili e costosi.
Bernard Cazeneuve, ministro dell'Interno francese, ha assicurato che verranno prese misure concrete. Mentre in Belgio un portavoce del primo ministro ha ventilato l'ipotesi di sospendere Schengen e di introdurre controlli più stringenti alle frontiere. Ipotesi bocciata da Bruxelles che ricorda come il diritto alla libera circolazione sia inalienabile. Insomma, sì a maggiori controlli, ma nessuna restrizione ai movimenti.