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Affari Europei
Olio a dazio zero, Beghin ad Affari: “Favorisce il premier tunisino”

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Il Parlamento europeo voterà oggi sulla proposta della Commissione di importare in Europa olio a dazio zero dalla Tunisia. Un provvedimento per sostenere l'economia del Paese, fortemente colpita nel settore turistico dagli attacchi terroristici del Bardo. Un modo con cui l'Europa vuole aiutare Tunisi, ma che ha mandato su tutte le furie gli olivicoltori italiani, già alle prese con la Xylella. La Commissione europea rassicura: la nostra proposta di aumentare l'export a dazio zero di olio d'oliva tunisino per 35 mila tonnellate nel 2016 e altrettante per il 2017 nell'Ue non provocherà distorsioni del mercato.

Il Movimento 5 Stelle peró lancia un appello ai parlamentari europei perché votino contro. Affaritaliani.it ha incontrato Tiziana Beghin, eurodeputata 5 stelle e membro della commissione per il commercio internazionale.

Onorevole Beghin, oggi si vota al Parlamento europeo la proposta della Commissione. Perché siete contrari?
“Perché eliminare i dazi dalle importazioni di olio di oliva dalla Tunisia significa mettere in difficoltà i nostri olivicoltori che giá in questi anni hanno visto crollare il prezzo dell'olio, ad esempio a causa delle importazioni dalla Spagna, e che per di più ora si trovano in difficoltà con la Xylella”.

Con questo provvedimento però l'Unione europea cerca di aiutare l'economia tunisina, alle prese con il terrorismo...
“Il principio é corretto e noi lo condividiamo, ma avremmo preferito altre forme di aiuto, che non colpissero i nostri agricoltori. Abbiamo chiesto proprio a Federica Mogherini, il 'ministro degli esteri europeo', un incontro per parlarne, ma ad oggi non abbiamo avuto risposta”.

A parte il turismo e l'agricoltura la Tunisia però non ha altri settori economici sviluppati...
“La cosa che ci incuriosisce é che il primo ministro tunisino é il primo produttore di olio del Paese”.

Quindi secondo voi ci sono degli interessi nascosti?
“Sarà una coincidenza?”.

La Commissione ha dichiarato che non ci saranno distorsioni del mercato. Non é così?
“Ai prezzi attuali per molti agricoltori non é più conveniente portare le olive in frantoio per produrre olio da vendere ai grandi marchi che lo imbottigliano. Se facciamo entrare altro olio a basso costo peggioriamo solo la situazione. Il rischio é che lascino tutto sulle piante”.

L'olio tunisino é però di qualità inferiore rispetto a quello italiano.
“E' vero, ma questo mette al riparo solo gli agricoltori-imprenditori, quelli che fanno olio di alta fascia, che costa 10-20 euro a bottiglia, che hanno il loro marchio e la loro distribuzione. Ma la piccola impresa agricola non ha scampo. In Tunisia hanno prezzi bassissimi a causa di una manodopera che costa pochissimo e all'assenza di normative ambientali da rispettare”.

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