Affari Europei
Presidenza Parlamento Ue, Tajani batte Pittella. Triplete per il Ppe

Gli eurodeputati hanno eletto con 351 voti Antonio Tajani nuovo presidente del Parlamento Ue. Sconfitto il Pd Gianni Pittella
Con 351 voti a favore il popolare Antonio Tajani é il nuovo presidente del Parlamento europeo. L'eurodeputato di Forza Italia e uomo forte di Silvio Berlusconi a Bruxelles ha battuto per 69 voti il democratico Gianni Pittella (282 preferenze), candidato del gruppo socialista. Il risultato é arrivato dopo una lunga giornata di votazioni a Strasburgo.
Tajani aveva incassato al primo turno 274 voti, al secondo 287 e al terzo 291. Pittella 183, 200 e 199. L'ex commissario all'Industria ha potuto contare non solo sui voti del gruppo popolare, il piú corposo nell'Aula di Strasburgo. Ma anche sui voti dell'Alde, dei Liberali, dell'Ecr, i conservatori, e di singoli tra le formazioni euroscettiche e i Non iscritti. Gianni Pittella ha invece incassato i voti del gruppo dei Socialisti e Democratici, dei Verdi e della Gue, la sinistra massimalista. In entrambi gli schieramenti non sono mancati peró i franchi tiratori.
Accordo Ppe-Alde a sostegno Tajani
Giá questa mattina era chiaro come sarebbe andata a finire. I partiti di centro destra al Parlamento europeo hanno raggiunto un'intesa per sostenere la candidatura di Antonio Tajani alla presidenza del Parlamento europeo: e' stato sottoscritto un accordo fra i liberali dell'Alde (68 deputati) e il Ppe (216) che ha comportato il ritiro della candidatura del leader liberale, Guy Verhofstadt, a favore del popolare Tajani. In cambio i popolari si sono impegnati a sostenere i candidati liberali alla vicepresidenza. Il sostegno dei Liberali é stato determinante. Se infatti avessero continuato a sostenere Verhostadt per Tajani sarebbe stata molto piú dura. Invece dopo la figuraccia fatta dall'ex premier belga con il Movimento 5 Stelle, l'Alde ha preferito ritirare la sua candidatura e convergere su Tajani.
Anche i Conservatori in soccorso di Tajani, con qualche malumore
Anche i 74 eletti dei Conservatori, la cui candidata é stata fino all'ultimo la belga Helga Stevens, hanno alla fine sostenuto Tajani. Ma l'appoggio dell'Ecr é stato sofferto visto che molti nel gruppo sono acerrimi nemici dei liberali dell'Alde. Il gruppo dei conservatori aveva chiesto al candidato Ppe di "prendere le distanze" dall'accordo siglato con l'Alde. "Siamo d'accordo con il Ppe e l'Alde che l'Europa e' in crisi - ha detto il leader dei conservatori, Syed Kamall - ma non possiamo accettare un'agenda che rappresenta in pieno il fallito approccio del passato. Siamo preoccupati che Tajani, dopo aver promesso di essere un portavoce e non un primo ministro del parlamento, veda questo come una parte del suo mandato. Gli chiediamo quindi di distanziarsi dall'accordo".
Lo stesso Tajani, prima del ballottaggio finale, ha dichiarato in un comunicato che non intende imporre una agenda al Parlamento Ue, ma che si pone come semplice portavoce delle istanze degli eurodeputati. Dichiarazioni che hanno tranquillizzato i conservatori.
Il Movimento 5 Stelle non si schiera
“Il Movimento 5 Stelle non sostiene né Pittella né Tajani, figli della stagione politica più fallimentare nella storia d’Europa. Con loro perderà ancora l’Europa dei cittadini”, così la delegazione italiana degli eurodeputati del Movimento 5 stelle. “Pittella e Tajani sono gli emissari di Renzi e Berlusconi in Europa. Le loro scelte politiche hanno creato il vuoto di rappresentanza e la crisi dell’Unione europea. Non appoggiamo oggi e non appoggeremo mai un presidente che non si batte per tutelare i diritti dei cittadini e dei popoli europei, e che non conosce i valori della democrazia diretta e della partecipazione. Pittella e Tajani rappresentano il sistema che noi combattiamo”, concludono gli eurodeputati.
Triplete per il Partito popolare
Con la vittoria di Antonio Tajani il Partito popolare mette a segno una vittoria importante. Attualmente sono infatti in mano Ppe la totalità delle presidenze delle Istituzioni europee. Jean Claude Juncker guida la Commissione europea, Donald Tusk il Consiglio e ora Tajani l'Aula di Strasburgo. Per questo 'monopolio' popolare i socialisti hanno promesso di dare battaglia. Secondo l'etichetta bruxellese infatti si dovrebbe rispettare un bilanciamento tra le forze politiche nella divisione delle cariche.