Affari Europei
Elezioni in Polonia, conservatori avanti. Possibile svolta anti Ue
La presentazione dei programmi economici fa entrare nel vivo la campagna elettorale in Polonia, in vista del voto del 25 ottobre. Il partito conservatore Diritto e Giustizia è in testa nei sondaggi che lo danno al 38% contro il 23% delle intenzioni di voto raccolte dal partito di governo Piattaforma Civica.
Le elezioni del mese prossimo sono considerate davvero fondamentali per l'unico Paese dell' Unione Europea a non aver conosciuto neppure un trimestre di recessione dal 2008 a oggi. Dal 2007, infatti, l'economia polacca continua a segnare numeri positivi ed è in totale cresciuta di oltre il 30%.
Il voto del 25 ottobre ci dirà quale potrebbe essere il futuro di un Paese importante nello scacchiere della politica europea. Lo scorso maggio Andrzej Duda del partito ultraconservatore “Diritto e giustizia” (PiS) è stato a sorpresa eletto presidente polacco. Una carica soprattutto di rappresentanza ma un segnale importante in vista delle elezioni politiche di autunno.
Il PiS, dato in vantaggio, ha posizioni euroscettiche. Tra i suoi cavalli di battaglia c'è la ferma opposizione all'introduzione della moneta unica (sgradita a due polacchi su tre) ed l'auspicio di un rafforzamento del controllo statale sul sistema bancario nazionale. La candidata del PiS Beata Szydlo, secondo i sondaggi, raggiungerebbe il 38% dei voti. Punto di forza della campagna euroscettica il richiamo al nazionalismo religioso e alla diffidenza verso la Germania. Una vittoria della coalizione guidata da Szydlo, in questo momento l'ipotesi più probabile, rappresenterebbe un bel problema per Bruxelles e l'unità delle istituzioni Ue. Il rischio è quello di una forte "orbanizzazione".
Il principale concorrente, “Piattaforma civica”, è fermo al 23%. Si sta quindi presentando uno scenario strano, quasi paradossale, che vedrebbe il crollo totale dei consensi per l’esecutivo che ha amministrato il paese in quella che è stato il periodo più florido, a livello economico, della sua storia post-’89. Il partito di Donald Tusk e il primo ministro Ewa Kopacz rischia una sconfitta epocale. Fattore che avrebbe conseguenze potenzialmente negative anche per l'Ue, che era riuscita a trovare una base comune con Varsavia nonostante le tante incomprensioni e scetticismi sul tema dei migranti. Ma il 25 ottobre si rischia di dover fare tabula rasa e ricominciare da capo, con un nuovo e probabilmente mal disposto, interlocutore.