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Affari Europei
Referendum trivelle, l'Ue per il no
Per Bruxelles é importante arrivare ad una diversificazioni delle fonti di approvvigionamento del gas

Ogni Stato ha il diritto di definire la propria politica energetica, anche attraverso l'utilizzo di consultazioni popolari. Ma l'Unione europea spinge per una diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico, anche autarchico, e l'uso delle energie rinnovabili. Per questo la Commissione europea, anche se non entra nel merito del referendum che si terrá in Italia il 17 aprile, spera in una bocciatura del quesito referendario.

Intendiamoci, gli effetti del voto saranno estremamente limitati perché riguardano un numero esiguo di piattaforme e una quantitá altrettanto esigua di gas, ma anche quel poco che viene estratto dai fondali dell'Adriatico contribuisce a rendere l'Europa meno dipendente dall'importazione dall'estero di metano.

Il referendum italiano non va infatti letto come una questione che riguarda esclusivamente il nostro Paese. Va invece inserito in un progetto piú ampio di 'Unione energetica'. I Ventotto Stati europei hanno infatti concordato di dover integrare le proprie politiche energetiche seguendo tre principi. Primo, la sicurezza degli approvvigionamenti. L'Europa importa infatti gran parte del proprio gas dalla Russia e dal Nord Africa. A Mosca l'Europa ha imposto sanzioni dopo l'annessione della Crimea, mentre il Nord Africa é geopoliticamente instabile. Per la Commissione dunque avere piú fonti di energia (soprattutto gas, visto che il petrolio si puó importare da lontano), é una prioritá.

Ma non per questo la Commissione ritiene che l'Europa possa continuare a bruciare combustibili fossili. Il progetto di Unione energetica prevede impegni precisi per la riduzione delle emissioni e incentivi lla ricerca nel campo delle rinnovabili (oltre a norme stringenti sulle trivellazioni in mare). Gli obiettivi per il 2020 sono chiari: ridurre le emissioni di gas a effetto serra almeno del 20% rispetto ai livelli del 1990, ottenere il 20% dell’energia da fonti rinnovabili e migliorare l'efficienza energetica del 20%. Gli obiettivi per il 2030 invece prevedono di: ridurre del 40% i gas a effetto serra, ottenere almeno il 27% dell'energia da fonti rinnovabili, aumentare l'efficienza energetica del 27-30% e portare il livello di interconnessione elettrica al 15% (vale a dire che il 15% dell’energia elettrica prodotta nell’Unione può essere trasportato verso altri paesi dell’UE). Infine gli obiettivi per il 2050: tagliare dell'80-95% i gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990. 

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referendum trivelleunione europea





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