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Affari Europei
Ue verso la flessibilità all'Italia: ma garanzie su Iva e debito
Dall'Europa un via libera alla flessibilità per l'Italia. Conti pubblici ok, ma serve impegno su riforme e Iva

La Commissione europea lavora alle raccomandazioni specifiche per Paese, attese per mercoledí, anche se all'ultimo momento potrebbe essere deciso di rinviare tutto. Riguardo all'Italia, per ora nessuna conferma ufficiale all'indiscrezione secondo la quale una lettera della commissione sarebbe pronta a essere indirizzata al nostro Paese.

Da Bruxelles un via libera condizionato alle riforme

La linea dell'esecutivo comunitario é chiara da tempo: da una parte, si é pronti a riconoscere sforzi fatti e progressi compiuti concedendo tutta la flessibilitá possibile, dall'altra, si chiederá una piu' rapida attuazione delle riforme in cantiere, misure di riduzione del debito, la garanzia che verrá mantenuto il rapporto deficit/Pil all'1,8% nel 2017 e chiarimenti sull'Iva.

Per l'Italia uno 'sconto' pari allo 0,75% del Pil

In base alle regole sulla flessibilita previste dal Patto di stabilita e crescita, si possono 'scontare' dal calcolo ai fini di valutazione di deficit e debito spese pari fino allo 0,75% del Pil, l'equivalente di circa 12 miliardi di euro, per riforme e investimenti. L'Italia con ogni probabilitá ne beneficerá in pieno: flessibilitá per lo 0,4% di pil é giá stata riconosciuta e accordata per le riforme. Il nostro Paese potrá inoltre beneficiare di un restante 0,35%, da spalmare sui capitoli riforme e investimenti. Si oscilla dunque tra 0,4% (riforme) e 0,35% (investimenti) e 0,5% e 0,25%. Saranno i commissari a decidere, cosí come per gli sconti per le spese extra sostenute per rispondere all'emergenza migranti e alla lotta al terrorismo.

Tra gli 'sconti' anche le spese anti-terrorismo

A Bruxelles giá da tempo é stato riconosciuto che ci sará il via libera, ma anche qui é questione di cifre. Per il 2016 la commissione e' pronta a concedere flessibilita' per massimo lo 0,04% del pil (circa 700 milioni), cui si aggiungerebbe quella per lo 0,06% del pil per gli interventi in chiave anti-terrorismo (circa 950 milioni), con oscillazioni eventuali nell'ordine dello 0,01%. In ogni caso ci sara' una flessibilita' extra, mai concessa prima, dello 0,1% che porterebbe lo 'sconto' europeo all'Italia allo 0,85% del Pil, pari a circa 13,6 miliardi di euro.

Bruxelles chiede chiarezza sull'Iva

La commissione chiede pero' in cambio chiarezza sull'Iva. Se nel 2017 non dovesse scattare l'aumento dell'aliquota, dovranno essere prese misure alternative. La commissione europea pero' non ha al momento idea ne' delle misure allo studio per un'eventuale rincaro, ne' del loro valore e vorrebbe invece avere garanzie prima di fare sconti all'Italia. Attesi inoltre richiami sul debito, che resta il secondo di Ue ed Eurozona dopo quello greco.

Sotto la lente di ingrandimento di Bruxelles anche Spagna e Portogallo

Oltre all'Italia, la commissione dovra' dare le pagelle anche agli altri Paesi. E qui il nodo e' rappresentato dai giudizi sui conti di Spagna e Portogallo. Madrid e' ancora alle ricerca di un governo e si trova nel pieno della campagna elettorale, mentre Lisbona ha nell'esecutivo socialista del premier Costa un elemento di opposizione a una commissione ritenuta responsabile di misure di eccessiva austerita'. Oltre tutto anche i lusitani hanno faticato a formare un governo, cosa che ha prodotto ritardi nell'attuazione delle riforme. Un giudizio negativo sui due Paesi appare percio' politicamente scivoloso.

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europa flessibilità italia





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