Umbria, il crollo dei Cinquestelle terremota la maggioranza di governo
È una debacle dell’alleanza Cinquestelle-Pd la notizia delle elezioni regionali in Umbria. Ma se il Pd, ammaccato dalla scissione di Renzi, in qualche modo, galleggia e tiene, per i grillini, finiti sotto la soglia di guardia del 10 per cento, l’Umbria è una vera catastrofe, un terremoto dagli esiti imprevedibili.
Sarà difficile per il leader Luigi Di Maio tenere insieme l’arcipelago pentastellato dopo questo test dall’esito politicamente devastante. Il matrimonio col Pd, avversario storico, ha fatto forse bene a Zingaretti, ma certamente non al ministro degli Esteri e leader grillino.
Il quale ora si trova in mezzo al guado, alla guida, contestata dalla base, di un movimento nato con il vaffa e una forte carica antiestablishment che ha provato, senza riuscirci, a diventare forza di governo.
Ora è prevedibile che le spinte e controspinte interne ai Cinquestelle, già in corso da settimane, si abbattano inevitabilmente sulla stabilità del governo facendolo smottare nelle aule parlamentari.
E non sarà facile per il premier Conte ricorrere alle sue capacità di mediazione per tenere insieme una maggioranza in grado di proseguire e approvare, ad esempio, una già difficile e divisiva manovra di bilancio.
Tempi duri insomma, per il governo. Anche perché il Centrodestra esce rafforzato e unito attorno alla leadership di Matteo Salvini e invocherà certamente e con forza (e con buone ragioni) elezioni politiche anticipate.
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