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Rocca sbrocca
Burocrazia sanitaria e contagi, l'istantanea del Paese è un lockdown di fatto
(foto Lapresse)

Burocrazia sanitaria e contagi: Paese aperto, ma l'Italia è in un lockdown di fatto

Non possiamo affrontare la situazione come se nulla fosse. Da quando l'ondata della variante Omicron si è abbattuta sull'Italia aumentando i contagi a dismisura quasi tutti gli italiani stanno vivendo un lockdown di fatto con tutte le criticità che ne conseguono e non possiamo fare finta che, invece, il Paese sia aperto. Viviamo da due anni nella costante aspettativa di un epilogo della pandemia e ogni volta che sembra che ne stiamo uscendo si ritorna indietro come il doppio passo del gambero che ci costa uno sforzo sempre più insopportabile soprattutto perché alla fine ci ritroviamo messi all'angolo non solo dalla burocrazia sul lavoro, che sembra si nutra delle nostre stesse vite, ma anche da quella che ormai possiamo chiamare burocrazia sanitaria. Stritolati tra vecchie e nuove lungaggini amministrative e procedure imposte dall'alto in nome di uno spicchio di libertà e che nel mondo ideale dovrebbero permetterci di non chiudere ci ritroviamo, invece, a vivere nel mondo reale una serie di contraddizioni che ci immobilizzano.

Campagna vaccinale ok, ma Omicron paralizza gli eventi

La campagna vaccinale funziona ed è tutto aperto ma con la contagiosità di Omicron tutti gli eventi sono annullati, i cinema in crisi, i ristoranti quasi vuoti, gli alberghi, molti dei quali nonostante una politica di prezzi di favore al minimo stagionale stanno richiudendo, i tassisti non lavorano perché la gente non si fida, i treni disdetti, i voli aerei annullati e il turismo nuovamente in grande difficoltà.

Insomma, questa è la situazione del Paese reale in questo momento e almeno fino a fine febbraio. Sono tutti a casa perché positivi, perché a contatto con positivi o per evitare di esporsi troppo e l'economia reale rischia la paralisi. Lo scorso anno qualcosa con i ristori si è riuscito a salvare ma ora con almeno il sessanta per cento del lavoro in meno e con numerose attività che si ritrovano gli stessi dipendenti in quarantena fiduciaria, non più neanche retribuita, come può un datore di lavoro di una piccola e media impresa affrontare questa situazione?

Covid e burocrazia: medici, tamponi, green pass

Per risolvere, e mi rivolgo al Governo, bisognerebbe essere proattivi e individuare da prima le soluzioni per le eventuali criticità, magari con delle agevolazioni fiscali, e non intervenire solo quando ormai si è con l'acqua alla gola.

Capitolo burocrazia Covid: E' pressoché impossibile parlare con il proprio medico di base, tant'è che per questo in questi giorni ho cambiato il medico di famiglia. Inoltre, ricevo tantissime segnalazioni di persone che da positive al tampone, una volta che si torna negativi, risulta spesso di gran difficoltà riattivare il proprio green pass, tant'è che poi leggo sul Corriere.it di quel medico che per far riattivare il green pass dei propri pazienti chiedeva 10 euro ciascuno (quando dovrebbe essere gratuito) per pagare una persona preposta per la complicata pratica di riattivazione del green pass. Forse sarebbe meglio rivedere certi parametri perché il Covid ormai è entrato nella nostra psiche e ci condiziona senza che ce ne rendiamo conto. Gli stessi medici hanno paura a fare le esenzione vaccinali anche a chi presenta delle patologie con controindicazioni.

Rimandano la decisione alle Asl che generalmente tendono a dire a tutti che possono sottoporsi al vaccino fino a quando ci si presenta con l'avvocato per individuare chi si prende la responsabilità della scelta. Allora forse a quel punto si può ottenere l'esenzione. Negli ospedali lo stesso personale sanitario è, in termini numerici, oltremodo sottoposto alla pressione della quarantena fiduciaria. Oltre il danno la beffa. Bisogna trovare delle facilitazioni per non rimanere ingabbiati dalle nostre stesse procedure. Per esempio, chi ha fatto tre vaccini e viene a contatto con un positivo non deve fare più la quarantena come una volta. In generale, nel momento in cui la variante Omicron avrà sostituito completamente la Delta, se in questo modo si va verso una fase endemica, si potrebbero sbloccare gli asintomatici con l'obbligo di mascherina Ffp2, non è un'eresia proporlo.

Covid, la politica e la partita del Quirinale

La politica in queste settimane fino al 22 gennaio è tutta rivolta alla delicata fase dell'elezione del prossimo presidente della Repubblica che determinerà il nuovo assetto istituzionale e sembra di vivere in una fase di limbo decisionale ma mai come in questo momento bisogna essere vicini al popolo. Il governo dovrebbe saper ascoltare i cittadini che chiedono aiuto E' importante fare la nostra parte come è stato fatto con le vaccinazioni. Ora, anche se di nuovo viviamo da vicino le difficoltà della pandemia evitiamo gli estremismi con spirito di pacificazione, senza creare un clima di terrore, né di inimicizia verso chi cerca di esprimere le proprie idee. Forse è questo il primo passo da fare per riuscire a vedere la luce in fondo al tunnel.

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