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Carne coltivata e cibi processati? Italia sia apripista di biologico e km 0
Carne coltivata vs km 0

Carne coltivata e cibi processati? Non nel futuro prossimo. Italia sia apripista del biologico e del Km 0

Il cibo rappresenta un'eccellenza italiana nel mondo e tutte le sue componenti come i nostri prodotti, le nostre primizie, che fanno sì che la nostra alimentazione sia fresca e naturale e perciò salutare, rappresentano un “bene” da custodire con gratitudine ma anche con molta attenzione e decisione.

Se ci guardiamo intorno possiamo solo valutare positivamente la situazione nel nostro Paese. Se osserviamo gli Stati Uniti, per  esempio, come spesso è accaduto nel passato quando le mode o le tendenze ma anche le grandi novità tecnologiche venivano dall'America, per quanto riguarda l'alimentazione, noi in Italia, che abbiamo la possibilità di nutrirci con prodotti della terra appena colti, siamo molto fortunati e rappresentiamo una nicchia di benessere, rispetto alla quasi metà della popolazione americana che non ha accesso a prodotti freschi ma vive mangiando prodotti processati o inscatolati.

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In questo momento, in America spingono molto per l'ogm e per gli alimenti processati. Per trovare la roba fresca è complicatissimo e anche costoso. Si sta creando un grande divario nella società. Chi ha i soldi mangia bene, perché per esempio un cetriolo fresco costa 4 dollari a fronte di prodotti inscatolati meno costosi. Chi se lo può permettere,  quindi, sarà più in salute perché sappiamo bene che dal cibo dipende la nostra salute così come i valori importanti del corpo, mentre chi mangia  junk food rischierà problemi e dovrà ricorrere anche a cure mediche. Allo stesso modo, come è naturale in Inghilterra, dove il sole non è presente come siamo abituati noi, curare la propria alimentazione con integratori vitaminici perché le verdure ne sono carenti. In Francia, invece, per un pesticida molto forte su dei lamponi mia figlia è finita all'ospedale con il cortisone perché ha avuto un collasso cardiocircolatorio.

Insomma, il problema è la tutela della salute di tutti. Quindi allo stesso modo in cui gli allevamenti intensivi dell'industria del pollame, per esempio, sfruttano in maniera indegna gli animali per guadagnare, quando le multinazionali si metteranno a produrre carne coltivata siamo sicuri che rispetteranno i parametri per la salute pubblica? Lo diamo per scontato ma nutro i miei dubbi. Bisogna essere molto prudenti e studiare bene la questione, al limite metterci più anni con delle verifiche nel tempo per capire veramente cosa autorizzare e cosa no.

Quando sono in America, e ci vado sempre da almeno dieci anni,  compro di proposito frutta OGM per capire quanto tempo si conservi. Dopo quasi un mese è ancora organicamente intatta e allora mi chiedo: se la mangio il mio organismo quanto ci mette ad eliminarla? Non sono ipocondriaca ma dopo un mese che sto in America ogni volta torno con la colite ingrassata e ritenzione idrica. E è per quello che mangio. Per quanto riguarda la carne coltivata in laboratorio, argomento di cronaca in questi giorni, dopo l'approvazione di un disegno di legge del ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida che in via preventiva ha vietato agli operatori del settore agroalimentare e della mangimistica di impiegare nella preparazione degli alimenti, bevande e mangimi alimenti o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati, ma anche di venderli, importarli, produrli per esportarli e somministrarli, sono in linea con questa decisione quantomeno per il tentativo  di tutelare la salute degli animali e di conseguenza la nostra. E qui, si parla di mangimi.

Per opinione personale posso dire, avendo mangiato in America la vera carne sintetica, in quanto offrono questi hamburger in tutte le cene di un certo tipo come se fosse un alimento gourmet, che sinceramente non l'ho amata perché mi sono sentita gonfia per tre giorni ed ho avuto difficoltà a digerire. Poi, ho cercato di assaggiarla di nuovo. Ha un sapore strano che non si riesce a definire  ma poi non l'ho più toccata per non correre il rischio di non sentirmi bene ma la mia preoccupazione è che dietro ci sia solo un grande business. O, meglio a fronte di qualche produttore onesto che trova le soluzioni migliori poi ci possa essere una deriva  del business dell'industria alimentare.

Per fortuna noi abbiamo tanti piccoli produttori che sono sparsi sul territorio italiano ci garantiscono cibo fresco e verdure sane anche se l'Unione europea con alcune regole stringenti sulle coltivazioni sta minando la sopravvivenza dei piccoli produttori che sono invece molto preziosi perché coltivano il territorio e le nostre denominazioni di origine, garantiscono l'alimentazione sana degli animali stessi per la produzione di tutte le nostre eccellenze italiane  famose in tutto il mondo. Dobbiamo assolutamente proteggere tutto ciò con fermezza e sostenere le coltivazioni dei prodotti freschi che fanno bene alla salute e che sono pieni di sali minerali e proprietà che servono al corpo e mangiare alimenti meno processati. Sarebbe importante incentivare le coltivazioni a km zero e usare meno i prodotti  della grande distribuzione che viaggiano tanto e che provengono da Paesi lontani che spesso usano pesticidi nocivi in quanto hanno regole meno stringenti di quelle dell'Italia riguardo la protezione della  salute. 

Fanno impressione tutti questi tentativi di business alimentare legati alle nuove tecnologie, di cui comunque non si conoscono le conseguenze o gli effetti collaterali, e già solo questo dà l'idea di una forzatura, una sorta di un'indigestione di progresso. La carne coltivata in laboratorio non può essere il futuro, almeno non un futuro prossimo. Ci deve essere una riconciliazione tra la terra e gli allevamenti  ma seguendo il modello bio che tuteli il benessere degli stessi animali che si devono nutrire di cibo sano. Un futuro dove l'uomo è al centro di tutto e non la tecnologia estrema al soldo degli interessi delle multinazionali.

“Noi siamo quello che mangiamo” diceva il filosofo Ludwig Feuerbach e ciò che viene introdotto nel nostro organismo non influenza soltanto il corpo, ma anche i processi energetici e psicologici. Migliorare l'alimentazione può quindi migliorare la vita. Ma, attenzione, vale anche il contrario.

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