“Cutolo non merita il carcere". Scatta la petizione per “il camorrista”
Un comitato pro Raffaele Cutolo, un gruppo di persone che si batte per lo spietato criminale della camorra. «La raccolta firme per la concessione di misure alternative al carcere per Raffaele Cutolo è un “mission” umanitaria e di civiltà, perché è importante che nella nostra società democratica il diritto non sia solo una parola ma si coniughi realmente con il senso di umanità e giustizia e non sia “giustizialismo ideologico”».
E’ quanto afferma Francesco Franzese, portavoce del comitato promotore della petizione con la quale si chiedono misure alternative alla detenzione per " 'o camorrista". Il fondatore della Nuova Camorra Organizzata ha trascorso 50 dei suoi 73 anni in carcere. Da 21 anni sottoposto al regime di 41bis, attualmente Raffaele Cutolo è detenuto presso la casa circondariale dell’Aquila.
«La proposta vuole essere, altresì, un’iniziativa “critica” rispetto a normative “eccezionali” ( art 41 bis dell’O.P.) , talvolta eccessive rispetto ad atteggiamenti di ravvedimento operoso e di conversione, che sono diventate, in dispregio della Costituzione Italiana ed alla Carta internazionale dei Diritti Umani, un “credo ideologico” ma inefficaci rispetto allo sradicamento della criminalità organizzata che tra l’altro intravede un nuovo protagonismo culturale quello delle donne, alimentato in pratica, tramite il 41 bis. La Giustizia è veramente “giusta” se la sua misura è la Civiltà, il senso dell’umanità ed il recupero sociale del detenuto, chiunque esso sia e qualunque crimine abbia commesso. Lo stato di privazione della libertà personale nelle condizioni di ristretto in carcere per i reati penali gravi e/o efferati non può essere una vendetta sociale nei confronti del reo , se a questi non si da la possibilità di reinserirsi socialmente. Grazie per attenzione con preghiera di dare diffusione all’iniziativa».
La petizione sarà presentata al Ministro della Giustizia. Nella richiesta i promotori hanno sottolineato che il regime di 41 bis è stato applicato sulla base di una pericolosità sociale soltanto presunta, in quanto la sua fondatezza avrebbe motivazioni ideologiche e prive di un provato ed oggettivo riscontro.
Francesco Franzese è un assistente sociale, dipendente del Comune di Frattamaggiore. Residente a Saviano in provincia di Napoli, Franzese vanta una particolare passione per la criminologia.
Francesca Fasolino (@Fra_fas)