Cronache

Adolescenza e abuso sostanze, a 12 anni il primo tiro di cocaina

 

Roma, 23 gen. (askanews) - La "crisi adolescenziale" è fisiologica. Ci si sente spesso inadeguati e insicuri, con il corpo che si trasforma velocemente e la mente che corre per adeguarsi. Rientra tutto nella normalità, ma è proprio questo il momento in cui i giovani possono iniziare a fare uso di sostanze.Tiziana Amici - psichiatra e psicoterapeuta, autrice del libro "Urgenze in psichiatria" (scritto assieme a Elvira Di Gianfrancesco e Alessio Giampà per L'Asino d'oro edizioni, collana Bios Psychè), lavora in un Spdc, un servizio psichiatrico di diagnosi e cura, in un'azienda ospedaliera di Roma, e nel suo libro racconta di come l'età in cui ci si avvicina alla cocaina sia scesa a 12 anni e il numero di minori che arrivano in Pronto soccorso perché hanno fatto uso di sostanze siano quasi raddoppiati (più 40%)."L'inquietudine di base nel periodo adolescenziale è qualcosa di assolutamente fisiologico, tutti gli adolescenti dalla storia dell'uomo, attraversano un periodo molto complicato, che noi definiamo di 'crisi fisiologica', dove ci possono essere degli elementi depressivi, degli elementi di inquietudine appunto, laddove la società ci propone di superare questa inquietudine, di non consentire questa depressione, questo senso di non adeguatezza, ci propone di utilizzare una sostanza che consente di appiattire queste sensazioni, eliminarle, al contrario ad euforizzarci, quindi a permettere delle relazioni sociali molto più facili, più smart, è ovvio che in una situazione di questo genere, se non è agevolato questo processo di sviluppo dell'adolescente verso l'età adulta, si può incorrere nell'uso di sostanze stupefacenti, anche perché oggi sono veramente molto fruibili e alla mercé di tutti"."É ovvio che la facile fruibilità è un elemento che andrebbe contrastato, perché porta sempre più giovani a entrare in contatto con queste sostanze d'abuso, non parliamo soltanto di droghe, ma parliamo anche di alcol", ha concluso.