Culture

La Monte Carlo di Peter Terrin, un romanzo di ossessioni anni 60

 

Milano (askanews) - Una storia di ossessioni e possibilità, che parte da un Gran Premio di Formula 1 per arrivare a parlare dei comportamenti umani, come è giusto che accada con ogni buon libro. "Monte Carlo" del belga Peter Terrin, scritto in lingua olandese ed edito in Italia da Iperborea, è una storia che parte da una ambientazione da glamour anni Sessanta per diventare poi molto altro. All'origine di tutto, però, una immagine di Monte Carlo vista dallo scrittore da una barca in una sera di piena luce. "Quei colori - ci ha detto Terrin - mi hanno fatto pensare alle Polaroid e per questo ho pensato agli anni Sessanta e Settanta e questo è il modo in cui io ho capito che la mia storia doveva essere ambientata là. E naturalmente c'era anche il più famoso Gran Premio di Formula 1".Il mondo delle corse del 1968, appunto. E da lì viene anche il protagonista Jack Preston, un meccanico della Lotus che compie un atto di eroismo durante un incendio in pista, dal quale si innesca la storia vera e propria. "Jack Preston - ha aggiunto Terrin - diventa ossessionato quando non riceve la ricompensa per quello che ha fatto. Ha salvato dal fuoco il volto di una giovane e famosa stella del cinema francese, Deedee. Se lui non fosse stato lì la carriera della ragazza sarebbe finita e per questo è convinto di meritare la ricompensa, ma sulla stampa si parla invece di una guardia del corpo della diva che l'avrebbe salvata. E Jack è convinto che Deedee avrebbe, prima o poi, ristabilito la verità".Questa convinzione alimenta l'ossessione di Preston che, poco a poco, ma inesorabilmente, cambia nel corso del romanzo la propria personalità, pur diventando protagonista in prima persona di una trama che lascia aperto il dubbio su dove stia la verità della stessa trama. Ma qui si sta parlando di letteratura. "Come scrittore - ha concluso lo scrittore belga - credo che i lettori debbano avere l'opportunità di trasformare il tuo libro nella loro storia, che non deve essere riempita con le tue opinioni o le tue verità. Ci devo essere degli spazi, delle aperture nelle quali il lettore possa entrare nel romanzo".