Politica

Ad Ankara dopo l'attentato la rabbia e il dolore dei parenti

 

Ankara (askanews) - Ad Ankara il giorno dopo l'attentato suicida in cui hanno perso la vita 36 persone è il momento della rabbia e del dolore. Mentre ancora si indaga sull'autobomba esplosa nel centro della città, per ora ci sono stati quattro arresti ma nessuna rivendicazione, si sono svolti i primi funerali di una parte delle vittime, rimaste uccise nell'esplosione avvenuta ad una fermata di autobus. Altre famiglie invece ancora aspettano che venga loro restituito il corpo."Abbiamo perso un nostro caro. Hanno identificato il corpo ma non ce l'hanno ancora restituito e dopo l'autopsia ce lo restituiranno", dice Yusuf Birligi "Non possiamo nascondere quanto siamo spaventati e arrabbiati. Malediciamo i responsabili e chi lascia che tutto questo accada". Continua.Ad accomunare tutti, la stessa rabbia e gli stessi interrogativi. Hatice Metinoglu è lo zio di una delle vittime."Abbiamo paura perché il potere non si occupa dei cittadini, ci prende in giro. E' più di una settimana che si parla del rischio di un nuovo attentato e lo Stato non ha preso nessuna precauzione".