Spettacoli

Grieco indaga su "La macchinazione" dietro omicidio Pasolini

 

Roma (askanews) - David Grieco, regista, sceneggiatore, giornalista, è stato uno degli amici e collaboratori più stretti di Pierpaolo Pasolini. Alla verità giudiziaria sulla sua morte non ha mai creduto. A 40 anni dall'omicidio, per cui è stato condannato Pino Pelosi, che all'epoca aveva una relazione con Pasolini, porta sullo schermo "La macchinazione", film interpretato da Massimo Ranieri, che ricostruisce gli ultimi tre mesi di vita dello scrittore."Negli ultimi tre mesi di vita Pasolini era abbastanza in uno stato febbrile: era abbastanza ossessionato dalla situazione politica, ossessionato da quello che stava scrivendo, poi però era anche una persona normalissima, ed è questo che ho cercato di raccontare". Grieco mostra le inquietudini dell'uomo che scriveva "Petrolio" e cercava di scoprire chi fosse Eugenio Cefis, presidente dell'Eni e della Montedison, cercava di far luce nei misteri dell'Italia di quegli anni, e nello stesso tempo viveva una relazione con il giovane Pino Pelosi, entrando in contatto con quel sottobosco di malavita della periferia romana che ebbe un ruolo importante nel suo omicidio, per cui fu poi condannato solo il giovane Pelosi. Grieco fu una dei primi ad andare all'idroscalo di Ostia dopo la notizia dell'omicidio di Pasolini."Tutti quelli che stavano lì, tutti i giornalisti che arrivavano, avevano la convinzione che fosse stato un omicidio di gruppo... Era totalmente evidente. La versione ufficiale della morte di Pasolini è di tutte le versioni ufficiali di questi 50 anni, della strategia della tensione, il terrorismo, il brigatismo, è quella che contiene meno verità. E' quella dove non c'è una parola che corrisponda al vero, mentre per altri fatti, come l'omicidio Moro, c'è un pochino di verità poi ci sono depistaggi, menzogne. La verità uffciale su Pasolini è quella più falsa di tutte".Grieco spera che il film contribuisca a fare chiarezza su quell'omicidio, avvenuto tra il primo e il 2 novembre del 1975: "Io spero assolutamente che si arrivi a questa Commissione parlamentare perché è doveroso. Perché se le cose rimangono così ci dovremmo vergognare agli occhi del mondo, perché Pasolini è un uomo che tutto il mondo conosce e apprezza.... Non so ancora per secoli. Speriamo di no".