Affido condiviso, "stop ai papà-bancomat. Sì alla vera parità tra genitori"
L'intervista di Affaritaliani.it al senatore leghista Simone Pillon, promotore del ddl che vuole rivedere l'attuale situazione del diritto di famiglia
"Oggi i due genitori vengono messi l'uno contro l'altro dalla legge. Si favorisce di fatto una conflittualità esasperata, di cui i figli pagano le conseguenze. Inoltre, non essendoci certezza e prevedibilità delle decisioni del giudice, spesso gli ex si fanno la guerra e si ritrovano in cause lunghe e costose per avere l'affidamento dei figli, la casa familiare, l'assegno di mantenimento. Tutto questo non giova certamente alle relazioni". Così il senatore Simone Pillon, capogruppo Lega in Commissione Giustizia del Senato, riflette con Affaritaliani.it sulla situazione attuale del diritto di famiglia in Italia, in particolare per quanto riguarda l'affido della prole. Lunedì 10 settembre illustrerà in Senato il disegno di legge n. 735 "Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità", di cui è l'ideatore e il promotore.
"L'altra grande problematica riguarda la violazione di fatto della legge 54/2006 sull'affido condiviso, che è rimasto solo un nome sulla carta. Nel 90% dei casi per quanto riguarda i tempi di permanenza dei figli presso ciascuno dei genitori non è cambiato nulla e ci si ritrova di fronte a un affido che nei fatti è ancora esclusivo. In genere sono le madri a farsi carico da sole di questo impegno e compito forte, mentre i padri vengono relegati al ruolo di "genitore della domenica" o "papà-bancomat", quando non vengono addirittura esclusi dalla vita dei minori".
Un principio va subito chiarito per Pillon: "Non vogliamo sostenere l'uno o l'altro genitore, ma vogliamo mettere al centro il minore e il suo diritto ad avere relazioni significative con entrambi". Non solo: "Alla base di questa norma c'è anche la volontà di restituire responsabilità ai genitori. Si parla tanto di 'superiore interesse del fanciullo', ma dobbiamo ricordarci che solo chi conosce davvero bene quel fanciullo, ovvero il padre e la madre, sa quali possano essere le scelte migliori per la sua serenità e il suo futuro".
L'obiettivo allora è quello di favorire il più possibile l'accordo tra ex coniugi: "Se una coppia riesce a trovare un equilibrio da sé, è sufficiente depositare l'accordo per farlo omologare al giudice. Questo è chiaramente un incentivo a venirsi incontro. In caso contrario, dobbiamo rimuovere tutte le cause di possibile litigio".
I TEMPI - Ecco, allora, l'introduzione dei tempi paritari e del mantenimento diretto. Nel testo si legge che il minore "ha il diritto di trascorrere con ciascuno dei genitori tempi paritetici o equipollenti, salvi i casi di impossibilità materiale" e, "salvo diverso accordo tra le parti, deve in ogni caso essere garantita alla prole la permanenza di non meno di dodici giorni al mese, compresi i pernottamenti, presso il padre e presso la madre, salvo comprovato e motivato pericolo di pregiudizio per la salute psico-fisica del figlio. In caso di difficoltà a mantenere queste proporzioni, sono previsti adeguati meccanismi di recupero durante i periodi di vacanza".
LE SPESE - Lo stesso principio sta alla base dell'eliminazione dell'assegno di mantenimento a favore della divisione delle spese. "Una soluzione che, a conti fatti, potrebbe anche risultare più costosa rispetto all'attuale assegno, ma che garantisce una totale trasparenza a livello economico, perché si sa con chiarezza quali sono le spese da sostenere e come vanno divise".
LA CASA - La casa inoltre rimarrà in capo al proprietario: "Il giudice può stabilire che il minore rimanga a vivere nella casa familiare e decidere quale dei due genitori debba vivere con lui, pagando al proprietario dell'immobile un indennizzo pari al canone di locazione computato sulla base dei correnti prezzi di mercato".
IL PIANO GENITORIALE - Una vera rivoluzione sociale e culturale considerato l'alto livello di conflittualità tra ex in Italia. "Eliminando tutte le principali cause di discussione, si vorrebbe puntare l'attenzione sul "piano genitoriale", ovvero una condivisione dei principi educativi. Per favorire il dialogo, prima di lasciare tutte le decisioni al giudice, entreranno in campo figure terze come il mediatore, professionista che avrà un ruolo sempre più centrale fino all'istituzione di un vero e proprio Albo, e, per quanto riguarda i casi più conflittuali, il coordinatore genitoriale, figura che viene dall'esperienza di paesi come Stati Uniti e Canada".
La legge sarà immeditamente applicabile ai procedimenti in corso e anche a quelli già chiusi: "Una volta entrata in vigore, si potrà chiedere la modifica dell'attuale situazione".
ALIENAZIONE GENITORIALE - Infine, un capitolo importante riguarda la lotta all'alienazione genitoriale: "Non ne voglio fare una questione terminologica. Di fatto ci sono genitori che mettono i figli contro l'altro genitore e che non sono capaci di esercitare il loro ruolo con adeguato equilibrio, arrivando anche a casi di false denunce per abusi. Tutto questo non sarà più tollerato e i falsi abusi saranno trattati come veri abusi: il genitore che abbia giocato sulla pelle dei figli incorrerà in sanzioni civili come la perdità della responsabilità genitoriale e il risarcimento del danno".
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