Cronache

Bangladesh, un tweet annunciava il massacro. Due nuovi arresti

A Dacca grande omaggio alle vittime dell'attentato. E spunta un tweet che 10 ore prima della strage annunciava l'azione terroristica

Due persone sono state arrestate stamane in Bangladesh in relazione alla strage di venerdi' notte nel ristorante di Dacca in cui sono morti 20 civili, tra cui nove ostaggi italiani. Lo ha riferito il giornale indiano The Hindu. Nel darne notizia, l'ispettore generale di polizia, A.K. Shahidul Haque, non ha rivelato l'identita' dei due, ne' dove siano stati trasferiti. L'alto funzionario di polizia ha detto che entrambi sono in cattive condizioni di salute (senza specificare se siano stati feriti) e ha aggiunto che saranno interrogati non appena le loro condizioni lo consentiranno. "Uno e' in ospedale, un altro in custodia", ha spiegato. Nelle ore successive all'attentato, il premier Sheikh Hasina e l'esercito avevano reso noto che uno dei terroristi era stato catturato vivo proprio sul luogo dell'attentato. Ma l'identita' della persona arrestata non e' stata ancora rivelata.

DACCA, FOLLA ALLO STADIO PER L'OMAGGIO ALLE VITTIME DELL'ATTENTATO

La premier bengalese, Sheikh Hasina, ha presieduto a Dacca l'omaggio in memoria dei 20 ostaggi, 9 dei quali italiani, e dei due poliziotti rimasti uccisi nell'attacco terrorista a un ristorante della capitale. L'evento, tenuto nello stadio militare della zona di Banani, e' iniziato intorno alle 10 ora locale, quando in Italia erano le 6 di mattina. Hasina ha rivolto un saluto ai familiari delle vittime (presenti solo i bengalesi) e ai rappresentanti dei Paesi di origine: per l'Italia c'era l'ambasciatore Mario Palma. Quindi la premier ha deposto una corona di fiori su un piccolo palco allestito in onore dei morti, con le bandiere del Bangladesh e degli altri quattro Paesi coinvolti (Italia, Giappone, India e Stati Uniti). Hasina, circondata da enormi misure di sicurezza, ha lasciato lo stadio subito dopo. Quindi i rappresentanti diplomatici e i familiari delle vittime hanno reso omaggio ai 9 italiani, 7 giapponesi, lo statunitense e l'indiana rimasti uccisi.

ITALIA, SI DECIDE SUI FUNERALI DI STATO

Le salme dei due poliziotti sono gia' state sepolte. L'aereo della presidenza del Consiglio che dovra' riportare in Italia i feretri dei nove italiani e' giunto domenica a Dacca. A bordo, personale di Palazzo Chigi e rappresentanti dell'Unita' di Crisi della Farnesina, che proprio in queste ore stanno definendo le modalita' e i tempi del rimpatrio delle salme. Il viaggio di ritorno avverra' quando saranno risolte le questioni burocratiche e le formalita' medico-legali (forse nella notte tra martedi' e mercoledi'). "I preparativi proseguono, noi speriamo che possa avvenire il prima possibile", ha confermato l'ambasciatore ai microfoni di Rai News 24, senza pero' dare maggiori dettagli. Il diplomatico ha invitato "riflettere e indagare a fondo per avere tutti gli elementi che consentano di capire la dinamica dell'attacco: come e' stato preparato, chi sta dietro, quale ambiente lo abbia generato". Palma ha ricordato che i terroristi erano tutti giovani di buona famiglia, che avevano studiato in una delle migliori universita' di Dacca. "In queste ore -ha aggiunto il diplomatico- nelle interviste agli amici bengalesi, ho voluto ribadire l'importanza primaria dell'istruzione per combattere l'ideologia dell morte". Tra qualche ora si terra', sempre a Dacca, una cerimonia religiosa con il nunzio apostolico.

10 ORE PRIMA DELLA STRAGE SU TWITTER: "COLPIREMO NEL QUARTIERE DIPLOMATICO"

E intanto spunta un drammatico retroscena sul massacro di Dacca. Secondo un quotidiano del Bangladesh, infatti, Kaler Kantho, dieci ore prima dell'azione terroristica nel quartiere diplomatico su Twitter era apparso l'annuncio di quanto sarebbe successo. "It will be the first in Bangladesh to attack in diplomatic zone, taking hiostage and largest operation against the crusaders and its allies", si legge in un tweet che localizza anche la zona nella quale il commando sarebbe poi entrato in azione. Un particolare inquietante che, se confermato, metterebbe in luce tutte le lacune del servizio di intelligence bengalese e non solo.