Cronache

"Basta attaccare la Polizia", pedalata di solidarietà da Padova a Venezia

IL COMUNICATO DEL SAP (SINDACATO AUTONOMO DI POLIZIA)

La pedalata della solidarietà all’opera delle Forze dell’Ordine, in programma per sabato 16 settembre a Padova, si propone come una giornata del tutto pacifica e senza bandiere di partito. L’unica bandiera ammessa è quella di appartenenza alla terra dei partecipanti. L’evento è aperto a tutti, anche alle famiglie, purché se ne comprenda e condivida il senso, ovvero la solidarietà nei confronti delle donne e degli uomini in divisa, oggetto di strumentalizzazioni politiche e polemiche da parte di chi, cerca di mascherare i propri
errori puntando il dito contro chi svolge soltanto il proprio dovere.
Ci riferiamo agli ultimi fatti di cronaca figli unicamente di scelte infauste che, dietro l’ipocrisia di una millantata solidarietà e accoglienza sempre più pelosa, nascondono ben altri interessi, come abbiamo avuto modo di precisare quando abbiamo diffuso i dati sugli sbarchi in Sicilia, dimostrando accordi informali tra Governo e Ong e, per certo, tra alcune di queste ultime e gli scafisti.
La giornata oltre a costituire un momento sociale e di condivisione, punterà l’attenzione su accadimenti che hanno visto coinvolti gli operatori di Polizia, tacciati come violenti e razzisti.
Un esempio, è il poliziotto in forza alla Stradale di Susa, sospeso dal servizio ingiustamente, per un video circolato su Facebook. Un simbolo dello stato di abbandono e dell’avversità che il sistema riserva ai suoi difensori ai quali non è neppure consentita una manifestazione di ilarità.
Un video strumentalizzato e, dietro al dito che puntava contro il presunto “razzista”, si è nascosta la verità: una questione politica.
Altra vittima di strumentalizzazioni politico-ideologiche- affaristiche è il funzionario di Polizia che a Roma, durante le operazioni di sgombero in piazza Indipendenza, ha pronunciato una frase «se lanciano qualcosa spezzategli un braccio», interpretata come incitazione alla violenza, quando in realtà si trattava di un fermo monito rivolto ai colleghi per affrontare la situazione di drammatica tensione e pericolosità per donne e bambini, con la massima fermezza e determinazione. Anche in questo caso, per la frase del collega, è stata aperta una inchiesta interna per la quale esprimiamo il nostro totale dissenso. A cavalcare l’onda ci hanno pensato un po’ tutti: dai “falsi buonisti”, al partito dell’Antipolizia e degli allergici alle divise, all’Unicef, la quale ha insinuato presunti traumi ai danni dei bambini caricati sui mezzi della Polizia e trasportati in Questura, non tenendo conto della reale situazione di pericolo alla quale erano esposti durante i disordini, in cui bombole del
gas, sassi e bottiglie venivano continuamente lanciati contro i poliziotti.
Si fa presto a puntare il dito contro la Polizia, quando questa poi però è vittima, tutto tace.
Ed è il caso del poliziotto accoltellato a Milano da un extracomunitario; il poliziotto di Piacenza che, intervenuto per sedare una lite in famiglia tra stranieri, è stato aggredito dal marito violento e ubriaco, riportando la lussazione di entrambe le spalle e la frattura di un polso con 50 giorni di prognosi; il poliziotto di Sanremo che, intervenuto su richiesta d’aiuto di cittadini infastiditi dalla presenza di tre cittadini magrebini ubriachi, è stato violentemente pestato e gli è stata asportata la milza.
Oltre questo, la giornata sarà momento di riflessione su altre tematiche correlate. Tra queste:
 

ANALISI SULLE SCELTE DELLA POLITICA IN TEMA DI IMMIGRAZIONE, RIVELATASI UNA VERA E PROPRIA INVASIONE INCONTROLLATA

Si pensi all’ingresso di pericolosi terroristi, alla mancanza di cintura sanitaria, alle maggiori stazioni ferroviarie italiane, oramai teatro di degrado, delinquenza, furti, prostituzione e spaccio di droga. Sempre più frequenti sono le aggressioni ai danni dei cittadini e delle Forze dell’Ordine chiamate ad intervenire. Ogni anno 6000 poliziotti operativi su strada finiscono in ospedale, oltre il 15% di quelli operativi. Un numero esorbitante che dovrebbe far riflettere sulle condizioni in cui lavora il personale in divisa e sulle mancate tutele.

• RISPETTO DELL’ARTICOLO 21 DELLA NOSTRA CARTA COSTITUZIONALE: LIBERTA’ DI ESPRESSIONE
Incoerentemente, il concetto di democrazia è sempre più sulla bocca di chi tende a calpestarlo, nonostante affermi di ripudiare il ventennio, appoggiando proposte di legge finalizzate a punire quanti promuovono atteggiamenti riconducibili a quel periodo. E’ trascorso oltre mezzo secolo e stiamo ancora a parlare di disastri del Fascismo, del Comunismo o, addirittura di “reati di opinione”, ignorando che quanto compiuto ai danni del poliziotto sospeso della Val di Susa non si allontana molto dal modus operandi che tanto contestano. La parola “censura” dice nulla? Democrazia non vuol dire reprimere opinioni diverse dalla nostra, ma garantirne la libera espressione anche se non le si condivide. Un po’ come recitava una citazione attribuita a Voltaire: «Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere».
 
• CHI DIFENDE I DIFENSORI? RIFLESSIONE SULLA SITUAZIONE IN CUI SONO COSTRETTI AD OPERARE GLI APPARTENENTI ALLE FORZE DI POLIZIA
Non a caso l’evento si svolge in collaborazione con il Sindacato Autonomo di Polizia che, sin da subito e in prima linea, si è attivato con una raccolta fondi per sostenere il poliziotto sospeso e a difendere i colleghi ingiustamente accusati. Chi difende coloro che sono deputati alla nostra difesa? Pochi o pochissimi! Sempre più spesso le Forze di Polizia sono vittime di aggressioni da parte di delinquenti e immigrati fuori controllo. Le stesse sono costrette ad operare senza equipaggiamenti idonei alla loro incolumità; sono costretti a doppi e tripli turni con tagli degli straordinari fino al 90%, e sono sotto organico di 50mila unità. Chiamati ad intervenire per garantire la sicurezza al cittadino, operano nel panico totale grazie alla nuova legge sul reato di tortura, approvata di recente. Una legge che oltre a non tutelare il torturato, ammanetta il poliziotto, il quale anche solo intimando l’arresto, rischia di essere accusato di “tortura psicologica”. Un pasticcio giuridico nostrano che si è rivelato – come dice Gianni Tonelli, Segretario Generale del Sap – “un manifesto ideologico contro le Forze di Polizia”.
Con questa legge e con la situazione in cui versa l’intero apparato della sicurezza (carente di 50.000 uomini, di cui 20.000 solo nella Polizia di Stato) si vuole semplicemente delegittimare l’operato delle Forze di Polizia. Il Sap si è più volte messo in discussione, proponendo l’installazione di telecamere sulle divise, nelle auto di servizio e nelle celle di sicurezza. Un metodo all’avanguardia e alternativo alla proposta degli alfanumerici (numeretti), un metodo da maniscalchi che meglio avrebbe alimentato le menzogne e le accuse del partito dell’Antipolizia, il cui scopo è quello di vedere ogni giorno un poliziotto alla sbarra. Le telecamere hanno un solo difetto: non perdonano nessuno, così come non hanno perdonato l’antagonista Zeno Rocca di Padova, condannato a 2 anni e un mese per calunnia, per aver accusato ingiustamente tre poliziotti di un falso pestaggio. Le telecamere in quel caso, hanno rivelato la verità e hanno permesso di punire chi davvero lo meritava. 

Questi gli argomenti caldi di quello che sarà un momento di riflessione e un momento tra amici. La pedalata della solidarietà tra Padova e Venezia, oltre ad esaltare le bellezze paesaggistiche del territorio (percorreremo la riviera del Brenta di Venezia), serve a far capire che è ora di ascoltare il popolo.

 
 LA SICUREZZA DEVE TORNARE AD ESSERE PRIORITÀ DI GOVERNO
Non servono più proclami e dichiarazioni di buone intenzioni.
Ciò che è stato tagliato in termini di risorse deve essere restituito. La spending review non si è abbattuta tanto sull’apparato della sicurezza quanto sul servizio garantito alla BRAVA GENTE che deve tornare ad essere il soggetto centrale dell’azione di governo di un Paese normale.
La prima aspirazione degli italiani è la sicurezza e in questa direzione bisogna tornare a viaggiare.
DELINQUENTI IN GALERA E CITTADINI TUTELATI.