Bologna circolo Arci Benassi, anziani con Salvini ma trattati come razzisti
Polemica circolo Arci Benassi, Bologna. Salvini piace al popolo degli anziani di sinistra che vengono tacciati per razzisti. In arrivo campagna di...
Non sono i campi di rieducazione di Mao Tse Tung né le purghe della tradizione comunista a tenere banco nelle ultime ore nella città rossa per antonomasia, Bologna, ma le più prosaiche e democratiche “iniziative culturali” dell'Arci Benassi, per “rieducare” “i razzisti”, rei di essere caduti sotto gli “effetti di questa narrazione propagandistica” sugli immigrati, messa in piedi dal neo governo giallo-verde. I razzisti o presunti tali dovrebbero essere i molti anziani tesserati del circolo Arci che qualche giorno fa tra una partita a carte e l'altra a bocce si sono lasciati andare a dichiarazioni di apprezzamento per il ministro dell’Interno Matteo Salvini sul tema migranti (a La 7). Parola molte volte pronunciare a mezza bocca.
“Portarli sempre qui non va bene”, ha spiegato uno di loro. Alcuni anziani, dopo anni di voto al Pci, Pds, Ds, Pd, si sono addirittura detti disponibili a votare il Carroccio alle prossime elezioni. Altri hanno apprezzato Salvini con un “se riuscisse almeno a mandare a casa tutti quelli che delinquono sarebbe un trionfo” oppure “accoglierli sì ma divisi in maniera diversa e Salvini si sta muovendo in questo senso”.
Niente di razzista (gli anziani del Benassi non somigliano agli aderenti del Ku klux klan o ai facinorosi skinhead) ma semplici opinioni che possono essere condivisibili o meno. Salvini ha rilanciato il servizio tv sui suoi canali social.
Eppure il circolo Arci Benassi di Bologna, uno degli storici centri sociali per anziani della sinistra cittadina, e sede anche del circolo Pd “Mazzini”, ha reagito con un comunicato rivendicando con orgoglio tutto il proprio impegno anti razzista. “Sappiamo quanto ancora ci sia da fare, ma non possiamo accettare che l’Arci di Bologna e le 120 associazioni che la compongono siano ridotte alla voce di alcuni soci di uno dei tanti Circoli della città”. La dirigenza del circolo Benassi, a quel punto, ha impedito l’accesso ai giornalisti della tv locale Ètv che volevano sondare l’umore degli iscritti sulla proposta di Salvini di censire i rom.
“Il punto”, ha dichiarato al Corriere di Bologna il responsabile comunicazione del circolo Alessandro Belluzzi, “è che i soci dovranno capire qual è la linea del circolo, se uno si iscrive a golf non può giocare a baseball. Abbiamo uno statuto che si ispira a valori antirazzisti, chi vuole star qui deve riconoscerli e il 99% lo fa”. Così si è espressa la presidente dell'Arci Bologna Rossella Vigneri: “Fuori i razzisti dai nostri circoli”. In un commento sul quotidiano il Manifesto la presidente nazionale dell’Arci Francesca Chiavacci ha annunciato l’avvio di un lavoro di ascolto e dialogo politico anche e sopratutto sui temi della solidarietà. “Ci siamo interrogati su quanto ampia (troppo?) sia la divaricazione tra le nostre prese di posizione pubbliche e le idee diffuse nei nostri circoli nei territori, e su come sia possibile ricostruire il valore ‘pedagogico’ della politica associativa in questi tempi mutati”. Una sorta di “sforzo straordinario“, “tante assemblee, momenti di discussione, tra persone in carne e ossa, non solo sui social”. E ancora: “Un lavoro lungo, paziente, laico di mediazione e formazione. Di acquisizione di consapevolezza e di recupero della verità”.
Un primo forte segnale arriverà a settembre, in occasione della nuova campagna di tesseramento al motto di “Più cultura meno paura“: disegnato sulla tessera un barcone di migranti che naviga verso la scritta Arci. Chissà se gli anziani del Benassi la prenderanno acriticamente e se la sinistra bolognese riuscirà a perdere anche gli ultimi anziani rimasti fedeli ai simboli storici. Perché, visto l'andazzo, sembra davvero dura.
Il consigliere comunale della Lega a Bologna Umberto Bosco ha anche chiesto all'Arci di organizzare un dibattito pubblico sui temi per discuterne senza censure. E l'Arci ha accettato a patto che il consigliere dichiarasse che: “l'uccisione del migrante e sindacalista maliano Soumaila Sacko è da condannare come atto razzista; la chiusura dei porti è disumana e contro il diritto internazionale; il censimento su base etnica è discriminatorio e anticostituzionale; la minaccia di togliere la scorta a chi lotta contro le mafie è inaccettabile; le ong non sono conniventi con gli scafisti ma salvano vite umane; per garantire il benessere del Paese non va alimentata la guerra tra italiani e migranti, ma è necessario promuovere politiche di welfare e la redistribuzione della ricchezza.”
Della serie: o la pensi come noi in tutto oppure con te non esiste discussione.
A quel punto non sono più sinceri i campi di rieducazione di Mao Tse Tung e le purghe della tradizione comunista?