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Cronache
Carceri, lite per la tv a Opera: femminicida strangola il compagno di cella
Carcere

Opera, lite per il telecomando: femminicida strangola il compagno di cella

Una lite tra due detenuti sfociata nell'omicidio di uno dei due. E' successo nella tarda serata di veerdì nel carcere milanese di Opera. A darne notizia in una nota è Calogero Lo Presti, coordinatore regionale per la Fp Cgil polizia penitenziaria della Lombardia. "Secondo quanto emerso dalle prime informazioni, il motivo scatenante sarebbe una discussione per motivi banali tra due detenuti italiani riguardante la condivisione degli spazi detentivi. L'autorità giudiziaria è al lavoro per condurre approfondite indagini sull'omicidio'', riferisce Lo Presti.

Secondo il Corriere della Sera, il motivo scatenante sarebbe una lite per il telecomando della televisione. Il killer è Domenico Massari: l’uomo sta scontando una condanna all'ergastolo per il femminicidio dell’ex moglie Deborah Ballesio avvenuto nel 2019 durante una serata al karaoke in uno stabilimento balneare di Savona. La vittima è Antonio Magrini, in carcere per spaccio di droga.  

Lo Presti sottolinea che "ogni giorno la polizia penitenziaria deve confrontarsi con i gravi problemi che affliggono il sistema penitenziario italiano. Il sovraffollamento, unito alla carenza di personale di polizia penitenziaria, personale medico, educatori e assistenti sociali, hanno determinato un ambiente estremamente difficile e pericoloso per tutte le persone detenute e per il personale che vi lavora. E' urgente che l'amministrazione penitenziaria e il governo prendano seri provvedimenti per affrontare e risolvere queste criticità''.

Mirko Manna, coordinatore nazionale Fp Cgil polizia penitenziaria, ricorda che ''dall'inizio dell'anno ci sono stati 32 suicidi di detenuti nelle carceri italiane, 4 suicidi tra gli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria e ora un omicidio all'interno del carcere di Milano Opera. Sono tragedie che segnalano una crisi inequivocabile dell'intero sistema penitenziario italiano". Per Manna "le misure prospettate fino ad ora dall'amministrazione penitenziaria e dal governo sono del tutto inadeguate. E' vero che tutto il sistema penitenziario eredita decenni di scelte sbagliate ed insufficienti, per questo però, ora è ancora più urgente agire con maggiore determinazione per migliorare le condizioni detentive e lavorative delle carceri italiane.

La Fp Cgil polizia penitenziaria - conclude il coordinatore - chiede un confronto aperto e costruttivo su questi temi e sollecita il Dap a rivedere le sue politiche per assicurare i diritti della popolazione detenuta e condizioni di lavoro sicure e dignitose per gli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria". 

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