Cronache
I sospetti sulla morte della figlia. Parla Vito, il papà di Patrizia Nettis
La giornalista trovata morta nel brindisino: “Chiunque sappia o abbia informazioni, parli”. Perizia tecnica su Mac e Iphone posticipata di una settimana
Parla Vito, il papà di Patrizia Nettis, la giornalista trovata morta suicida
“C’è stato un primo pensiero al momento in cui ho appreso la notizia della morte di mia figlia e ce ne sarà un ultimo al momento in cui forse sapremo la verità, quella giudiziaria”: Vito Nettis, il papà di Patrizia, la giornalista trovata morta suicida nella propria casa il 29 giugno scorso a Fasano, è alla ricerca della verità insieme alla moglie e lo racconta in una intervista ad Affari Italiani.
“In questo intervallo di tempo ci sono stati, ci sono e ci saranno solamente dolore, pianto, rabbia e tanto lavoro frenetico per cercare la verità, fino al mio ultimo respiro.”
ono passati circa quattro mesi da quel 29 giugno in cui alle 14 “siamo stati raggiunti dalla telefonata di nostro genero, il quale ci comunicava che si stava recando in auto, da Gioia a Fasano, perché era stato informato che Patrizia aveva avuto un malore ed era intervenuto il 118” ripercorre, con una cicatrice indelebile nel cuore, Vito Nettis.
“Siamo partiti immediatamente in auto anche io e mia moglie e al semaforo posto all’incrocio tra la SP2 della Selva di Fasano e la SS172 direzione Locorotondo-Fasano, attraverso un’ulteriore telefonata di mio genero già arrivato a Fasano, abbiamo appreso della morte. Erano le 15. “Non ricordo nulla del percorso che ho fatto alla guida della mia auto da quel punto fino alla casa di Patrizia. Gli orari li ho ricostruiti successivamente dal registro delle chiamate del mio cellulare.
“È stata la peggiore estate della nostra vita. Nello stesso periodo, nell’anno 2011, mi fu diagnosticato un tumore maligno alla lingua, subii un pesante intervento chirurgico che mi ha procurato gravissima invalidità, con permanenti problemi di loquela e di alimentazione, azzerai la mia attività professionale per oltre sei mesi con grossi problemi economici. Ero convinto che quello fosse stato il peggior periodo della mia vita mentre, al confronto con quanto accaduto adesso, esso mi appare come un periodo di ferie.”
Mentre Vito Nettis ripercorre il giorno della tragedia tutt’intorno c’è il silenzio assordante di un dolore soffocato dalla vita che va avanti. Che deve andare avanti, anche per il figlio di nove anni di Patrizia, Vittorio.
Il 20 ottobre il consulente tecnico della procura di Brindisi avrebbe dovuto consegnare la perizia, ma è slittata di una settimana perché pare ci siano delle novità relative al Mac che si è riusciti a sbloccare facendo pervenire una richiesta all’americana Apple. I periti, anche quelli di parte nominati dall’avvocato Giuseppe Castellaneta che rappresenta la famiglia Nettis, e dal legale Marcello Vinci dell’imprenditore fasanese, unico indagato nella vicenda, riceveranno un link attraverso cui potranno analizzare il cloud.
Mac, si ricorda, che sembrava essere sparito fin dal giorno della scomparsa di Patrizia Nettis e che è stato ritrovato solo nel mese di settembre, esattamente dove era solito riporlo al termine della giornata di lavoro come addetto stampa del comune di Fasano, nel secondo cassetto della scrivania, nel suo ufficio.
“Il dolore certamente non richiede descrizione e giustificazione, ma l’incredulità sì. L’incredulità è stata sempre sostenuta dalla certezza che Patrizia non era depressa, era fortemente motivata, aveva programmato le sue attività per il brevissimo, medio e lungo futuro per sé stessa e per suo figlio e noi ne eravamo coinvolti” prosegue Vito Nettis.
“Nei Paesi civili le indagini sono svolte dalla magistratura con l’utilizzo delle forze di Polizia e la collaborazione dei familiari e dei cittadini. Noi familiari stiamo fornendo la massima collaborazione e spero che tutti coloro che abbiano notizie utili per le indagini stiano facendo lo stesso. La mia sovraesposizione su Facebook e il coinvolgimento dei mezzi di comunicazione di massa servono proprio a sensibilizzare i cittadini, affinché coloro che credono di avere notizie utili alle indagini collaborino con le forze di Polizia e con i magistrati inquirenti.”
Vito, chi sta nascondendo la verità?
“Sicuramente gli eventuali colpevoli, non riesco ad immaginarne altri.”
Oltre all’unico indagato nella vicenda per atti persecutori e istigazione al suicidio, l’imprenditore fasanese, molti si chiedono come mai nel caso non sia stato coinvolto anche un uomo molto noto nella città di Fasano e sposato, di cui Patrizia Nettis era innamorata. Almeno, così hanno raccontato alcune amiche con cui si confidava la giornalista.
“Loro mi hanno descritto i rapporti che lei aveva con due persone, secondo quanto avevano appreso nel tempo direttamente da mia figlia. Mi risulta che gli inquirenti siano stati debitamente informati.”
Che cosa vorrebbe dire a questi uomini?
“Che dicano agli inquirenti tutto quello che sanno al fine di poter chiarire quello che è successo nelle ore immediatamente precedenti la sua morte.”
Nelle ore precedenti la sua morte, Patrizia Nettis è stata sentita dai vicini litigare con due uomini, in piazza. Gli stessi coinvolti uno nell’indagine e uno sulla bocca delle amiche e dei tanti cittadini che, come la famiglia, cercano la verità.
“In questi tre mesi non ho trovato alcuno che non mi abbia restituito, con le lacrime agli occhi, un ricordo di lei bellissimo, sia umano che professionale.” Ricordi che Vito condivide sul proprio profilo Facebook insieme alle tante attività sportive che a Gioia del Colle stanno dedicando alla memoria della giornalista Patrizia Nettis, amante dello sport.
Vito, qual è il ricordo più bello che avete di vostra figlia?
“Tra i tanti ne cito quattro. Il giorno in cui lei nacque e l’ostetrica me la mise in braccio: la baciai e le dissi ‘benvenuta a questo mondo’. Il giorno in cui divenne mamma: fu perfetta sin dal primo momento e ha continuato a esserlo fino all’ultimo giorno della sua vita. Le due volte in cui vinse il premio di giornalismo “Michele Campione”. Infine, il ricordo di Enrico Spada sul giornale on line OASport, con il quale lei collaborava da appena sei mesi, il giorno dopo la sua morte: “E questa…chi è? È Patrizia Nettis, una di noi! Ciao Patti! Non ti dimentichiamo!”