Consip, il Fatto difende Woodcock e Sciarelli: "Non sono le nostre fonti"
Il Fatto Quotidiano difende Woodcock e Sciarelli: "Non sono loro le nostre fonti sul caso Consip"
Il Fatto Quotidiano difende Woodcock e Sciarelli: "Le fonti non sono loro"
Dopo la clamorosa mossa dei pm di Roma, che hanno messo sotto indagine Henry John Woodcock e Federica Sciarelli, è arrivata la difesa, quasi "d'ufficio", del Fatto Quotidiano. E, francamente, il quotidiano diretto da Marco Travaglio non avrebbe potuto fare altrimenti. Il Fatto apre la prima pagina con il titolo: "Tutta la verità sul (non) caso Fatto, Sciarelli e Woodcock". Marco Lillo, il giornalista autore dell'articolo che ha portato il pm di Napoli e la conduttrice Rai sotto indagine scrive: "Spero che la Procura di Roma mi ascolti al più presto. Così scoprirà di aver preso un granchio sul pm Woodcock e Federica Sciarelli. Non sono loro le mie fonti sul caso Consip".
Scrive Lillo: "La Procura di Roma ha preso un grosso brutto granchio. Federica Sciarelli, una collega che stimo e della quale mi onoro di essere amico (...) ha subito anche il sequestro del suo telefonino. La verità è questa: Federica Sciarelli non ha messo in contatto il magistrato Henry John Woodcock con Marco Lillo per scrivere di Consip. (...) Le telefonate sospette dovrebbero essere quelle fatte da me il 20 dicembre. Quel gikorno ho scritto il primo articolo sulle perquisizioni in Consip e sul ruolo di Tiziano Renzi nell'inchiesta. Dopo aver ricevuto (con altra modalità che ovviamente tengo per me) le notizie sul pezzo, ho chiamato Federica Sciarelli solo per sapere dove si trovasse Henry John Woodcock. Non è un mistero che il pm Woodcock e Federica Sciarelli siano legati sentimentalmente".
"Il mio obiettivo era sapere se Woodcock fosse a Roma", prosegue Lillo, "perché sarebbe stato un riscontro alla notizia, da me già ottenuta ma che volevo ulteriormente verificare: cioè che fosse in corso una perquisizione alla Consip. Non dissi a Federica perché volevo sapere dove fosse Woodcock e lei, solo per cortesia, mi rispose una cosa tipo: "Marco, se lo sento ti richiamo e ti dico". Poi mi richiamò e mi disse una frase tipo: "Marco alla fine l'ho sentito e mi ha detto che non sta a Roma. Aveva un tono sbrigativo e ha attaccato". Il giorno dopo, letto quello che avevo scritto, Federica sempre al telefono ha commentato ridendo: "Vedi come fa? Quello mi dice un sacco di cazzate quando deve coprire il segreto su una sua indagine". Questo è tutto quello che è accaduto. Per questo Henry John Woodcock e Federica Sciarelli saranno sbattuti sulle prima pagine di tutti i giornali".
Consip: i contenuti dell'articolo del Fatto Quotidiano per cui è accusato Woodcock
L'articolo pubblicato il 21 dicembre dello scorso anno dal giornalista Marco Lillo sul Fatto Quotidiano, che ha determinato l'iscrizione nel registro degli indagati del pm Woodcock e della giornalista Sciarelli, riguardava i primi passi dell'inchiesta napoletana su Consip e i rapporti di alcune delle persone coinvolte con il cosiddetto Giglio magico fiorentino. Non c'erano invece riferimenti (diversamente da come scritto in precedenza) alla fuga di notizie che aveva messo in guardia alcuni dirigenti della Consip sugli accertamenti giudiziari in corso. Nell'articolo si dava anche conto di un'acquisizione di documenti avvenuta il giorno prima (20 dicembre) nella sede della Consip a Roma da parte dei carabinieri del Noe su incarico dei pm napoletani titolari dell'inchiesta, tra i quali Woodcock, e del loro interesse investigativo intorno all'appalto Fm4, la gara indetta nel 2014 da Consip per l'affidamento dei servizi gestionali degli uffici, delle universita' e dei centri di ricerca della Pubblica amministrazione.