Firenze, bandiera neonazista in caserma. E spunta Salvini col mitra. Video
La bandiera appesa nella caserma dei carabinieri non è di Hitler ma è usata dai neonazisti. E sul muro c'è anche il poster di un videogame con Salvini col mitra
BANDIERA NEONAZISTA NELLA CASERMA DEI CARABINIERI: AVVIATA L'INDAGINE
La procura militare ha avviato un'indagine, ma al momento quello che sembra accertato e' "un grande problema" di formazione culturale dei giovani, non un reato: "Sulla base delle informazioni che abbiamo ricevuto non c'e' nulla che faccia pensare alla violazione di una norma penale militare", spiega il procuratore Marco De Paolis. Una relazione su tutto il caso e' stata inviata anche alla magistratura ordinaria.
BANDIERA NON DI HITLER MA USATA DAI NEONAZISTI
Intanto sono partiti gli accertamenti di natura disciplinare nei confronti dal giovane militare del 6/o battaglione che nella sua camera, nella caserma Baldissera di Firenze, ha esposto il vessillo della Kaiserliche Marine, ovvero la Marina militare della Germania imperiale schierata tra il 1871 ed il 1919. Bandiera oggi utilizzata da gruppi neonazisti tedeschi perché quella del Terzo Reich è vietata, ovviamente, dalla legge.
FOTOMONTAGGIO DI SALVINI CON UN FUCILE MITRAGLIATORE
A mostrare quel vessillo, appeso insieme a un manifesto con un fotomontaggio di Matteo Salvini, risultato essere un poster di 'Call of Salveenee', parodia gia' nota del videogioco 'Call of duty', e a una sciarpa romanista, e' stato ieri 'ilsitodifirenze', riprendendo dalla strada, all'esterno della caserma, la finestra della camera, oggi come altre della Baldissera con le imposte chiuse. Tutto appartenente a un militare, ventenne, tra gli occupanti di quell'alloggio, a piu' posti letto come le altre camere che ospitano i circa 300 carabinieri in servizio al battaglione.
IL PM: "PROBLEMA CULTURALE NELL'ARMA"
"Probabilmente non e' stato commesso nessun reato militare, ma c'e' un problema disciplinare e un grande problema culturale", spiega al Giornale radio Rai De Paolis che ha dato comunque "disposizioni affinche' si verifichi se invece vi siano gli estremi per configurare un qualche reato". "La norma secondo la quale e' reato esporre un vessillo che evochi il nazismo vale per i civili e non specificamente per i militari", aggiunge De Paolis: "Penso - prosegue - che sia piu' un grande problema di natura disciplinare e culturale", "la questione e' capire cosa significa un simbolo del genere, soprattutto per un militare, credo che ci sia da interrogarsi sulla formazione culturale dei giovani prima e dei militari poi".
AL VIA GLI ACCERTAMENTI
Sul fronte disciplinare l'Arma ha fatto scattare gli accertamenti "immediatamente" come si legge in una nota a firma del comandante del 6/o battaglione, tenente colonnello Alessandro Parisi, avvisando anche l'autorita' giudiziaria militare, e definendo "grave il comportamento posto in essere" dal giovane carabiniere. Intanto sul fronte politico, la vicepresidente del Senato Rosa Mario di Giorgi auspica "che vengano presi quanto prima provvedimenti esemplari nei confronti della persona che si e' resa protagonista di questo squallido gesto": "Siamo certi che l'Arma dei Carabinieri, di cui conosciamo la ferma ed assoluta dedizione democratica, sapra' fare quanto prima chiarezza al proprio interno".
IL GIOVANE CARABINIERE: "NON SAPEVO FOSSE UN SIMBOLO DEGLI ESTREMISTI"
Nel frattempo il giovane carabiniere ha provato a spiegarsi: " L’ho comprata su Internet, sono un appassionato di quel periodo storico, non sapevo che fosse un simbolo dei neonazisti". Poi ha raccontato d’essere anche uno studente universitario. «Mi sono iscritto alla facoltà di Storia dell’università La Sapienza di Roma — ha detto — e voglio laurearmi lavorando. Quella bandiera per me rappresenta solo un periodo storico al quale mi sono appassionato, niente di più. Chiedo scusa se ho violato i regolamenti".
I SINDACATI DI POLIZIA E ARMA DEI CARABINIERI: "CASO ASSURDO, E' SOLO UN APPASSIONATO DI STORIA"
Sul caso del poliziotto di Susa ad esempio, diretta e determinata è stata la posizione del Sindacato Autonomo di Polizia, nella persona del Segretario Generale Gianni Tonelli: "Non c’è nulla da fare. In Italia ci sono 50 pesi e 50 misure. Se alcune persone minacciano uno schiaffo, vengono additate e criminalizzate, se altre disfano e distruggono città, nessuno dice nulla. Io penso che in questo caso, se la battuta del poliziotto di Susa fosse stata rivolta verso altre personalità politiche di altri schieramenti, non avrebbe avuto nessuna conseguenza. Questo caso di Firenze è l’ulteriore conferma non di due pesi e due misure, ma di 100 pesi e 100 misure in Italia, che portano a valutare qualsiasi cosa con occhiali muniti di lenti ideologizzate. Si parla di nazismo e fascismo e, io credo – conclude Tonelli – che chiunque non accetti le idee degli altri e molte volte tenti di prevaricare imponendo con la violenza la propria idea, sia sostanzialmente un fascista, indipendentemente dalla bandiera dietro la quale si nasconde".
Antonio Tarallo, delegato Co.Ce.R., ha dichiarato alla Gazzetta di Lucca: "Quella bandiera rappresenta altro rispetto a quanto il giornalista che ha fatto lo scatto, ha voluto far vedere – dice Tarallo – è un vessillo della prima guerra mondiale, quel ragazzo avrà modo di spiegare a tutti che è un appassionato di storia e che magari la sua tesi di laurea, probabilmente, è incentrata su quel periodo storico. Non credo che questo ragazzo abbia percepito il sentimento che hanno messo in evidenza i giornali. Il giornalista ha filmato all’interno di una caserma, non so se lo si poteva fare senza un’autorizzazione, probabilmente si dovrà capire se vi è un reato. Non conosco personalmente il carabiniere, ma so che è un giovanissimo, poco più che ventenne che ha solo bisogno di spiegare l’accaduto, e penso anche che il Ministro forse, prima di rilasciare delle dichiarazioni di quella portata, avrebbe dovuto attendere l’esito delle verifiche che vengono fatte in questi casi. Noi come Cocer – prosegue Tarallo - ne discuteremo la prossima settimana, ma sicuramente siamo dalla parte del ragazzo e dalla parte della verità, e la verità non è una polemica giornalistica. Hanno fatto diventare un caso la bandiera di un ragazzo di 20 anni. Sono d’accordo con la dichiarazione del Ministro Pinotti, ma quella per me non è una bandiera neonazista. Quel carabiniere è degno di essere carabiniere. Forse meno degni sono quei ministri che negli anni appena passati hanno rimandato in India i due Marò per non perdere le commesse militari, quello è grave. E’ molto più grave questo. Difendo quel ragazzo – conclude Tarallo - ma non difendo la moralità di nessuno, non c’è moralità in questo, c’è solo un ragazzo di 20 anni che ora sta subendo un’onda mediatica molto più grande di quello che è, e che non si merita. E mi dispiace ancora che in quest’ultimo periodo ci siano attacchi indiscriminati all’Arma dei carabinieri che non fanno bene né all’Italia né agli italiani. In fin dei conti il Carabiniere lavora per il cittadino, con i suoi pregi e i suoi difetti per carità, ma lavora per il cittadino. E’ brutto vedere come si cerchino motivazioni per mettere in primo piano un attacco al carabiniere".
Stefano Golfari su Facebook: "Mentana, hai preso un granchio"
QUOQUE TU, ENRICO...?
Cioè, ci è cascato anche Mentana? "La bandiera non è quella del Terzo Reich... è tutta un'altra storia" ?!?!?! Ma de che? Quale altra storia, Direttore?!?!?! C'è Simon Wisenthal che si sta vorticosamente rigirando nella tomba: quoque tu, Enrico? I Neonazisti tedeschi utilizzano la bandiera del secondo Reich perché quella del terzo Reich è vietata dalla legge, anche lo dici ma non lo capisci... dài! Guarda la foto che posto: secondo te quelli inneggiano a Otto von Bismarck e al Re Guglielmo primo incoronato a Versailles? O è che nel centenario della fine della Grande guerra 1915-18, mossi da un sentimento di fratellanza universale, i Carabinieri di Firenze volevano rendere omaggio anche ai vecchi nemici? Enrico Mentana: sei vittima della Bufala dell'anti-bufala. Chi ha tacciato di "fake news" la lettura filo-Nazi della bandiera carabiniera era - palesemente - in mala fede. I simboli valgono per il valore che si dà loro: quella bandiera dice "Heil Hitler!". E proprio non c'è da chiedergli scusa.