Cronache

Genova, “guerra dei cassonetti”. Contesa dei rifiuti tra poveri, Comune e Pm

Antonio Amorosi

Non si può “rubare” nei rifiuti. Anzi no. La “guerra dei cassonetti” di Genova. Il Pm sostiene che “rubare” dai bidoni non è reato se...

Genova, c'è chi la ricorda per la rivolta dei ragazzi in maglietta a strisce, scesi in piazza nel 1960 per impedire un congresso del Msi, chi per le manifestazioni del G8 del 2001 e chi per la “scuola” di cantanti e artisti, da Fabrizio De André a Sergio Endrigo, Bruno Lauzi, Gino Paoli, Luigi Tenco o Paolo Villaggio fino a Beppe Grillo. 

Nella stessa città si sta scatenando la “guerra dei cassonetti” tra la giunta comunale e i rovistatori di spazzatura. 

 

Avete mai visto poveri o anziani frugare nei bidoni dei rifiuti?

Se non lo sapete, nella società dei consumi è un reato. Non si può cercare cibo, oggetti o mezzi di fortuna nella spazzatura. 

Sulla carta, anche se state recuperando roba buttata, anche se state morendo di fame. E' quanto stabilito dell'articolo 624 del codice penale e da diverse sentenze emesse dalla Corte di Cassazione. Ma sempre la Cassazione (sentenza n° 16012/2005) ha stabilito che "non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona”. L'articolo 624 riguarda il furto in generale e la non punibilità stabilita dalla Cassazione si occupa del furto in qualsiasi contesto, non solo dai bidoni nella spazzatura.

Ma attenzione, il fatto, lo stato di necessità e urgenza, deve essere proporzionato al pericolo e soprattutto deve essere dimostrato. Non deve cioè né risultare evitabile né legato alla volontà del soggetto che può avere un interesse per qualcosa nella spazzatura. 

Sottrarre oggetti dai rifiuti resta un reato perché, spiega lo Studio legale Cataldi, nel momento in cui collochiamo la spazzatura nei bidoni i rifiuti diventano immediatamente di proprietà del Comune.

 

A Genova si è scatenata da tempo la cosiddetta “guerra dei cassonetti”. Da un lato l'assessore alla sicurezza Stefano Garassino che all’inizio di marzo ha dato vita ad un’ordinanza che vieta di rovistare all’interno dei bidoni (pena una sanzione amministrativa di 200 euro), dall'altro i “cacciatori di spazzatura”, cioè varia umanità intenta a cercare nei cassonetti.

 

Ma se è ordinario che i senzatetto o chi è in gravi difficoltà economiche lo faccia, fenomeno che si è allargato con la grave crisi economica degli ultimi anni, di prassi si rischia l'incriminazione. Sta poi alla giustizia sanare la situazione, nel caso venga dimostrato lo stato di necessità e urgenza. In più se il soggetto è indigente non si sa nemmeno come possa pagare l'eventuale sanzione o cosa pignorargli.

 

Ma proprio a Genova il quadro cambia con un avvenimento inatteso. Un giovane romeno di 25 anni, di nome Radu, era stato denunciato dalla polizia locale per furto aggravato, dopo essere stato sorpreso nella zona di Pontedecimo, a nord della città, a prendere un vecchio stereo buttato da qualcuno nel bidone della spazzatura dell'Amiu (l'impresa dei rifiuti locali). Non è dato sapere se i motivi del recupero dello stereo fossero l'indigenza o cos'altro.

Ma la procura inquirente nella figura del sostituto procuratore Alberto Landolfi, contro quanto si poteva prevedere, ha stabilito che ciò che è stato prelevato non ha valore e quindi la sottrazione non può configurarsi come un illecito penale.

Per tanto anche la sanzione amministrativa di 200 euro non può essere applicata.

Ora il comportamento della Procura ligure potrebbe fare da apripista ad altri casi sia a Genova che nel resto del Paese. Perché nella specifica situazione il centro della questione non sono stati né lo stato di necessità del romeno né l'urgenza, ma solo la mancanza di valore dell'oggetto preso dalla spazzatura, lo stereo.

E il magistrato chiede l'archiviazione di tutti i fascicoli di procedimenti simili che ora dovranno essere vagliati dai giudici del Tribunale ligure.

 

“Rispettiamo il lavoro dei magistrati”, ha dichiarato l'assessore Garassino, “ma il fatto che questi casi non vengano ora considerati furti vanifica il nostro lavoro”.

 

In generale sulla questione rifiuti si è molto dibattuto. E' ancora diversa la situazione se rifiuti non sono prelevati dai cassonetti ma da terra o da altro luogo, nel quale sono stati indebitamente abbandonati. In questo caso il diritto di proprietà del Comune non si dimostra e viene a mancare il furto. Ma abbandonare i rifiuti per strada o lontano dai cassonetti è un'illecito.

E' diventata lo stesso prassi in alcuni mercati "lasciare" la frutta e la verdura troppo matura o invendibile lontano dalla spazzatura, per far si che chi ne ha bisogno possa frugare nelle cassette senza commettere un furto.

 

Se la sottrazione di un bene invece avviene in una piazzola ecologica, potrebbe scattare l'aggravante “seppur (la piazzola, ndr) gestita da privati, rientra infatti nella nozione di stabilimento pubblico”, scrive una sentenza emessa nel 2016 a Udine. E' stata questa la storia di un uomo condannato, per aver sottratto due televisori abbandonati ed ammassati per lo smaltimento in una piazzola della città, alla pena di 4 mesi di reclusione e 120 euro di multa, oltre al pagamento delle spese processuali. Giustizia è fatta.