Cronache

Il Vescovo che attacca Salvini giustificò intervento militare in Libia

Gaetano Montalbano

Mogavero attacca Salvini, in merito alle politiche sui migranti, ma giustifico’ l’intervento militare in Libia, del 2011, che e’ all’origine del caos in quel paese, all’origine della recrudescenza della tratta di esseri umani e, quindi, causa di tante stragi di migranti avvenute nel Mediterraneo. 

“Non mi sentirei di essere decisamente ostile e contrario”, si esprimeva così monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e capo degli Affari Giuridici della CEI, interpellato da Radio 24, nel 2011, in merito ai bombardamenti in Libia da parte della “Coalizione dei Volenterosi”. ''Una domanda di libertà non può essere liquidata in forma superficiale”, spiegava l’alto prelato, “c'è un popolo che chiede diverse condizioni di vita''. 

Mogavero, il vescovo che veste “Armani” ed ha “scomunicato” Salvini per aver “osato” impugnare il “Rosario” durante il comizio di Milano, giustifico’, quindi, l’attacco militare dei Paesi occidentali nei confronti della Libia di Gheddafi, fornendo anche motivazioni “ideali” di quell’aggressione violenta contro uno Stato sovrano. 

Un intervento militare condotto con l’utilizzo di missili da crociera tipo “Tomahawk”, con bombardamenti effettuati da caccia e tornado armati con missili “Scalp” e con l’impiego di altri sofisticati armamenti, che provoco’ centinaia di morti anche fra i civili, porto’ all’assassinio del leader libico Muammhar Gheddafi e scateno’ l’attuale guerra civile combattuta in Libia. Uno scacchiere, quello libico, che adesso vede impegnati, in modo più o meno nascosto, molti paesi stranieri intenti a spartirsi il petrolio dell’ex colonia italiana, infischiandosene delle condizioni di vita dei libici.

Una tragedia, quella libica, provocata dall’intervento militare occidentale che ha favorito, anche, l’infiltrazione di milizie terroristiche dell’Isis sul territorio ed incentivato le attività dei trafficanti di esseri umani con conseguenti stragi di migranti nel Mediterraneo. 

Più “mea culpa” e meno “scomuniche” elettorali sarebbero più coerenti.