Cronache
In piazza per dire no al Giubileo
Di Carlo Patrignani
"Senza se e senza ma", domenica 22 novembre sarò in piazza per dire No al primo Giubileo del primo Papa gesuita della storia della Chiesa cattolica: laicamente e pacificamente, insieme a centinaia e centianaia di cittadini ci si ritroverà tutti a piazza di Montecitorio, meno l'intera classe politica genuflessa, chi di più e chi di meno, al Vaticano per rispondere al coraggiosissimo appello #NoGiubileo lanciato via web dal Movcittadini.com.
Queste le ragioni della manifestazione non-violenta e di sensibilizzazione per chiedere, almeno, il rinvio del Giubileo: 1) dopo Parigi, sarebbe come esporsi ad attentati di cellule singole che sono di difficilissima localizzazione; 2) Roma in mano a Prefetti e Commissari è notevolmente in ritardo per non dire che non è pronta ad un evento che richiamerà milioni di pellegrini; 3) il costo (oltre 200 milioni di euro) che dovremo pagare noi cittadini; 4) per la prima volta un Giubileo è stato annunciato con poco margine di tempo organizzativo. E senza alcuna informativa ed accordo con lo Stato, la Repubblica italiana, che dovrebbe ospitarlo.
L'iniziativa, immediatamente oggetto delle reprimende di destra: dal "non bastavano gli attentati, ora ci toccano pure i No Giubileo" del Giornale diretto dal candido tollerante Sallusti, al categorico "no, nessun rinvio" di Matteo Salvini, e fermamente respinta dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi ,"Giubileo sospeso? Non esiste", non ha trovato, ovviamente, audience nella frammentata e sinistrata sinistra dove a prevalere sono l'oscurantismo di Nichi Vendola: "l'Isis è il Male", ossia ombra del Divino per il trionfo del Bene, o l'adulazione senza freni di Stefano Fassina, "la vera sinistra è Papa Francesco", per finire al più recente encomio il Papa è "più radicale della Fiom" di Maurizio Landini.
Guai, dunque, a toccare il Vaticano e il Giubileo straordinario voluto fortemente da Papa Bergoglio anche in presenza di una brutta e incontrollabile situazione internazionale, gravida di pericoli! Quanto accaduto in Francia dove l'intelligence e i servizi più o meno segreti sono stati bypassati dai terroristi netralizzati solo dopo 48 ore, non è bastato per indurre un po' di prudenza specie se poi si considera la drammatica situazione di Roma.
Qui non è in discussione il diritto del Vaticano, uno Stato extraterritoriale, è sempre bene ricordarlo, e del suo Papa per quanto possa esser "rivoluzionario" secondo i numi tutelari della sinistra sinistrata e mal ridotta, indire festeggiamenti e ricorrenze: che se le facciano pure ma nel loro territorio e a loro spese, senza intralciare, compromettere e mettere a repentaglio la vita di milioni e milioni di persone.