Cronache
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Senatrice Pucciarelli (Lega) a giudizio
Nella foto la Senatrice Pucciarelli abbracciata dal Ministro Matteo Salvini
È stato emesso il Decreto di fissazione dell'udienza nell'ambito del procedimento penale nei confronti di Stefania Pucciarelli, Vice presidente del gruppo Parlamentare di Lega Nord al Senato, indagata per il reato di cui all'art. 3 c. 1 legge 654/1975 ossia per chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi e/o per chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. L'udienza è stata fissata in camera di consiglio il giorno 3 ottobre 2018, alle ore 10:00, presso il Tribunale della Spezia al quarto piano in aula del Giudice per le indagini preliminari Dott. Mario De Bellis.
«La Senatrice Pucciarelli aveva messo "Mi piace" sul seguente post: "Certe persone andrebbero eliminate dalla graduatoria dal tenore di vita che hanno. E poi vogliono la casa popolare. Un forno gli darei", è una vergogna. Una persona come lei che già stava in Regione Liguria, da Assessora, avrebbe dovuto rappresentare anche noi Migranti liguri ed invece lei è andata ad apprezzare un pensiero come quello che vede barbaramente sterminati quasi 20 milioni di innocenti nei campi di concentramento. Ad ottobre, sarei più che interessata a sentire cosa avrà di dire in merito di persona - commenta la denunciante Aleksandra Matikj, Presidentessa del "Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione"- un post tanto breve non si poteva non leggere e comprendere subito. Altresì, speriamo in una ferma condanna dell'autore del post Davide Tempone, il sarzanese indagato per il reato di discriminazione, odio razziale ed apologia del genocidio che assieme alla Senatrice rischia la reclusione fino ad un anno e 6 mesi e fino a 6.000,00 euro di multa e/o con la reclusione da 6 mesi a 4 anni.
Valuterà il Giudice – continua la Matikj- noi siamo fiduciosi. Vogliamo giustizia, affinché gli episodi come quello non di ripetano mai più in Liguria. Vogliamo solo soggiornare tranquilli, studiare e lavorare serenamente in Italia. Rispettiamo e vogliamo il Rispetto, non chiediamo nient'altro.»