Cronache

Internet e politica: scenari di "guerra cibernetica" per le elezioni 2018

Marco Zonetti

Il web è oggi determinante nel consenso di leader e partiti, ma dietro i siti politici c'è una galassia misteriosa. Il parere di un esperto informatico

Dopo il recente attacco informatico alla piattaforma Rousseau e al blog di Beppe Grillo da parte del misterioso hacker Rogue0, è salita alla ribalta la questione dell'anonimato digitale e dell'aura di "mistero" che ammanta gli admin di molti siti, soprattutto quelli politici, in alcuni casi gestori occulti di pagine complottiste, antivacciniste, propagatrici di fake news legate a scie chimiche, congiure aliene e spesso legate (in)direttamente alla Russia e dichiaratamente supporter di Vladimir Putin. A raccontarci di questi peculiari legami "in rete" è Lorenzo Romani, 34 anni, esperto di comunicazione e di monitoraggio web e molto attivo per quanto riguarda lo smascheramento di fake news in ambito digitale. In un suo tweet recente, il dottor Romani ha evidenziato collegamenti interessanti fra alcuni siti politici e altre pagine e blog dedicati alla diffusione di bufale.

Dottor Romani, come ha proceduto nella sua indagine?

L’analisi dei siti web può rivelare moltissime informazioni lasciate inavvertitamente “allo scoperto” dai webmaster e oggi con le tecniche OSINT (Open Source Intelligence) è possibile identificare legami non ovvi fra persone, aziende, organizzazioni. Con strumenti e tecniche specifiche, del tutto legali e rispettose della privacy, i dati “aperti” sono recuperabili per chi sa come muoversi sul web. L’analista Osint ha il compito di trovarli e metterli in relazione reciproca per ricostruire una storia o profilare una “entità”, spesso partendo da una serie di dati “disseminati” nel web. Oppure anche solamente per fare delle ipotesi e continuare con la ricerca;Come target delle mie indagini ho scelto, per l'appunto, il sito web noiconsalvini.org. In particolare, ero interessato a capire chi lo gestisce, se c’è qualcuno che monitora l’andamento del sito, se per caso il sito incassa denaro con la pubblicità online. Per fare ciò bisogna cercare, nel codice del sito web, i cosiddetti “tracking code”, cioè dei frammenti di codice che identificano, qualora esista, l’account che visualizza gli accessi al sito e quello che “incassa” i soldi derivanti dalla pubblicità.

E che cos'ha scoperto di preciso?

Che, per esempio, gli stessi "tracking code" del sito noiconsalvini.org sono utilizzati anche da altri siti web. In particolare, iostoconputin.info, un sito di propaganda pro-Putin, usava lo stesso codice nel 2016 così come nonsiamosoli.info, sito di disinformazione sugli alieni e poi mondolibero.org, complottisti.com, stopeuro.org, eurocrazia.info, tutti siti di fake news tendenti verso una ben precisa direzione politica. C’era anche un sito vicino al M5S: imprese5stelle.org, riconducibile a un privato, che poi è stato chiuso insieme al suo profilo Twitter, ma ancora oggi il codice compare sul sito info5stelle.info. Insomma, alcuni siti riconducibili a M5S e Lega sembrano avere uno stesso “amministratore”. Che “incassa” i soldi delle pubblicità... per farne quale utilizzo? Curioso, no?

E tutto ciò può essere considerato illegale secondo lei?

No, niente di illegale, per carità, e probabilmente si tratta di risorse piuttosto modeste, ma è certamente interessante sapere che siti di fake news siano (o siano stati, nel caso di quelli non più online) legati ad una stessa entità. Che in questo caso potrebbe essere un’agenzia di comunicazione oppure una persona politicamente schierata, vicina, almeno ideologicamente, alla Lega e al Movimento. Non è detto che vi sia una responsabilità politica diretta, ma le strategie di comunicazione online oggi sono dirimenti nella gestione/manipolazione del consenso e sembra improbabile che nell’entourage salviniano o del M5S nessuno sapesse di questi siti e dei relativi amministratori. Che peraltro non sono facilmente riconducibili a una persona in carne ed ossa visto che l’intestatario del dominio è stato schermato per nasconderne l’identità.

Insomma, ci troviamo di nuovo di fronte al problema dell'anonimato degli admin dei siti.

Già. E quando un sito non presenta una sezione “chi siamo”, oppure “contattaci”, con un indirizzo, un numero di telefono, un riferimento societario od altro, può sorgere spontanea qualche domanda…Qual è la finalità del sito? Perché non ci dice nulla su chi lo gestisce? Ma passiamo oltre: ad esempio, il blog di Roberto Fico ha lo stesso codice di tracciamento della società A5Studio.net, società di comunicazione che ha creato il blog di Fico ma anche il sito della Onlus napoletana “Less Impresa Sociale”, apparentemente ben inserita nel sistema dell’accoglienza e dell’inserimento dei migranti. C’è dunque un legame fra Fico (che prima di diventare deputato si occupava di comunicazione) e la Less? Forse agli elettori M5S interesserebbe saperlo, viste le ultime esternazioni di Luigi Di Maio sul terzo settore...

Qualche tempo fa sorse la polemica sulla proprietà del blog di Beppe Grillo, il quale negò di avervi a che fare.

Esatto, ma mentre, ad esempio  si è già parlato dell’amministratore di Beppegrillo.it poco o niente si è detto del dominio Beppegrillo.com, speculare a quello italiano ma intestato alla società “Professional Show S.p.A.” di Leonardo Girardi, imprenditore che nel 2015 faceva affari con Alitalia, portando all’Expo milanese (criticatissima da Grillo & company!) i suoi simulatori di volo in vista dell’Expo kazako di quest’anno. Altre domande, poi, possono nascere da uno sguardo anche piuttosto superficiale ad alcuni canali social, come la pagina Facebook Social Tv Network, che conduce all’omonimo sito socialtvnetwork.it, registrato a nome di Luca Giorgio, un attivista M5S campano. E’ un sito dai contenuti molto spinti, ad esempio contro i vaccini e palesemente schierato a favore del M5S. Qui la cosa interessante è che il “frontman” di questo TG “social” chiede spesso donazioni ai propri follower per lanciare una sede fisica del Tg. Ma essendo il sito registrato a nome di un militante grillino, le donazioni dei follower non sono, di fatto, una forma di finanziamento al Movimento?

Lorenzo Romani chiude commentando: "Ci tengo a precisare che tutti i “nessi” esposti sono perfettamente legittimi e non sono sufficienti, di per sè, a formulare delle “accuse”. Ma alcune domande sì, perché la politica è una sfera molto più ampia di quella prettamente giudiziaria

Legale o meno, la questione resta comunque inquietante, specie in vista delle prossime elezioni politiche, le prime in Italia dopo la massiccia invasione di fake-news e la sempre più invasiva e capillare influenza dei social network sui consensi dei leader e dei partiti e sull'effettivo voto alle urne. E dopo le presunte incursioni di hacker nei siti legati al m5s, incursioni che hanno lasciato più domande che risposte, si prefigura un futuro scenario da "cyber warfare", di guerriglia cirbernetica, che fa realmente paura.