Migranti, l'esempio della Spagna: rimpatri in 48 ore e centri chiusi
La Spagna non bada al sottile nell'affrontare l'emergenza migranti: rimpatri lampo in 48 ore e centri di identificazione chiusi. Invece l'Italia...
Spagna, +130% di arrivi di migranti via mare nel 2017
Il numero di migranti giunti via mare sulle coste spagnole ha registrato un aumento del 130% nei primi sei mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo del 2016, secondo dati del ministero degli interni di Madrid. Al 22 giugno erano arrivate via mare 5.972 persone, contro le 2.594 nello stesso periodo dell'anno scorso. E' anche praticamente raddoppiato il numero dei barconi arrivati sulle coste spagnole nei primi sei mesi, 258 invece di 143 l'anno scorso. L'area in cui si registra il maggior numero di arrivi (il 94,6%) è quella dello Stretto di Gibilterra e dell'Andalusia, dove le coste africane e spagnole sono più vicine. Il quotidiano on line El Independiente rileva inoltre che sui barconi in arrivo dalle coste nord-africane si trova ora un numero crescente di persone originarie del Maghreb, oltre ai 'tradizionali' Migranti sub-sahgariani.
L'approccio duro della Spagna: rimpatri in 48 ore e centri di identificazione chiusi
Ma l'approccio della Spagna alla questione è sempre stato molto molto duro. A maggior ragione lo è adesso in corrispondenza dell'apertura di una nuova rotta verso le coste andaluse che rappresenta un'alternativa alla classica rotta libica con arrivo in Italia. A giugno il numero di profughi arrivati in Andalusia sono stati quasi duemila, in grande maggioranza provenienti dai paesi centroccidentali dell'Africa. Madrid non fa sconti e mantiene la sbarra d'accesso chiusa in maniera quasi ermetica. Sull'isola De Las Palomas vengono tenuti i marocchini, in attesa di essere rispediti in patria. Secondo un accordo tra Spagna e Marocco, infatti, Madrid ha il diritto di rimpatriare i cittadini marocchini entrati clandestinamente entro 48 ore. E gli altri? Vengono smistati in centri di identificazione chiusi dove possono essere trattenuti fino a 60 giorni in strutture che molto spesso assomigliano a delle carceri.
E l'Italia? In balia dell'Ue e presa a schiaffi dall'Austria
Nel frattempo l'Italia continua a vivere il suo personale dramma. In balia di un'Unione Europea che spesso ha un atteggiamento tra l'ondivago e il menefreghista, il nostro paese si trova quasi in solitudine ad affrontare l'emergenza dopo la chiusura della rotta balcanica e l'accordo tra Ue e Turchia del marzo 2016, con le isole greche che hanno smesso di essere prese d'assalto dai profughi in arrivo dal Medio Oriente. Situazione diversa per l'Italia. Impossibile fare accordi con un paese instabile come la Libia. E allora gli sbarchi proseguono senza sosta. E il nostro governo non riesce a ottenere risposte concrete dall'Europa, a parte qualche pacca sulle spalle. Anzi, al contrario viene persino umiliato dall'Austria. In particolare, il ministro Alfano ha subito l'attacco a Vienna del ministro degli Esteri Kurz: "Tenete i migranti a Lampedusa o chiudiamo il Brennero". Quanto è lontana la Spagna...