Migranti, piano choc del governo. Requisite le seconde case sfitte
Profughi anche nelle scuole in estate
3.700 Migranti salvati nel Mar Mediterraneo negli ultimi cinque giorni. I primi mesi di quest'anno hanno segnato già un record: 80% di arrivi in più rispetto al 2015.
Non solo, dopo l'accordo Ue-Turchia e la chiusura della rotta balcanica, al ministero dell'Interno circola una cifra choc: il numero dei richiedenti asilo nei prossimi mesi potrebbe essere addirittura di 270mila unità. Un numero impressionante che sta mettendo in allarme tutta la struttura dell'accoglienza, già per certi versi quasi al collasso.
Al Viminale e a Palazzo Chigi stanno studiando come far fronte all'ennesima emergenza che potrebbe diventare ancora più acuta nei mesi estivi e quindi con il bel tempo e le condizioni favorevoli del mare.
Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, il governo starebbe ipotizzando di utilizzare per l'accoglienza dei migranti non solo le ex caserme ma anche alcuni stabili pubblici inutilizzati da tempo in giro per l'Italia e perfino le scuole di ogni ordine e grado dopo la chiusura degli istituti per le vacanze estive. Ma non finisce qui.
Come alcuni prefetti hanno già iniziato a fare nelle scorse settimane, il ministero dell'Interno - d'accordo con la Presidenza del Consiglio - starebbe valutando in caso di estrema necessità anche l'idea di requisire le case sfitte (secondo e/o terze case) per un certo periodo di tempo (uno o due mesi massimo) per poter ospitare i migranti. La spesa - perché comunque ci sarebbe un indennizzo per i proprietari - verrebbe coperta con i fondi messi a disposizione dall'Unione europea.
Ultimo punto. Allo studio anche l'operazione già fatta nei mesi scorsi dal Comune di Milano di chiedere ai cittadini che hanno la possibilità di ospitare volontariamente e dietro il pagamento di 30-35 euro al giorno uno o più migranti per un certo periodo di tempo. Renzi e Alfano sanno perfettamente che queste misure rischiano di essere estremamente impopolari, specie con le elezioni alle porte, ma l'emergenza è davvero enorme e quindi non si sa più come fronteggiarla.