Cronache
Migranti, indagato comandante Save the Children. Perquisito il superteste
"Favoreggiamento dell'immigrazione clandestina"
Marco Amato, il comandante della Vos Hestia, la nave della Ong Save the Children, è indagato dalla Procura di Trapani con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Anche nel suo caso va specificato che, secondo la Procura siciliana, gli eventuali reati sono stati commessi nel corso di operazioni che avevano l'unico intento di salvare vite umane. Questa l’impostazione seguita dalla Procura trapanese, come scrive Il Fatto Quotidiano: ogni singolo comportamento che non abbia portato aiuto al migrante in mare, ma in qualsiasi modo abbia agevolato in esclusivamente lo scafista, viene considerato favoreggiamento.
Il nome del comandante Amato si legge in alcune intercettazioni, nel decreto di perquisizione della nave Iuventa, della ong tedesca Jugend Rettet, che due giorni fa al tribunale del Riesame ha chiesto il dissequestro dell'imbarcazione. Ma a parlare più volte di Amato agli inquirenti è Pietro Gallo, membro della Imi Service, l'uomo che si occupava della sicurezza a bordo della Vos Hestia e che, con le sue dichiarazioni, ha dato impulso all'indagine. "L'associazione Save the Children presente a bordo della nave Vos Hestia impone a tutto il personale di bordo un atteggiamento omertoso, nello specifico pone divieto di comunicare qualsiasi sospetto di reato a forze dell'ordine e mezzi di stampa", scrive Gallo ai Servizi segreti il 25 settembre.
C'è un altro episodio che però il Fatto Quottidiano può rivelare: Pietro Gallo pochi giorni fa è stato perquisito, su mandato della Procura di trapani, che gli ha sequestrato pc e telefoni. Il decreto di perquisizione e sequestro fa parte della stessa inchiesta che Gallo ha avviato con le sue denunce. Non è indagato, ma, per quanto risulta al Fatto Quotidiano, non avrebbe ancora consegnato agli inquirenti alcuni documenti ritenuti importanti per proseguire le indagini. Il Fatto ha provato a contattarlo attraverso il suo avvocato, Vincenzo Perticara, per consentirgli di fornire la sua versione, ma Gallo ha preferito non commentare.
Migranti: Ong tedesca, "accuse infondate, ecco le nostre prove"
"Abbiamo salvato piu' di 14 mila persone dall'inizio delle nostre attivita'. Tutte le operazioni di salvataggio sono state condotte in rispetto delle regole del mare e in coordinamento con il centro di controllo. I due agenti imbarcati sulla Vos Hestia hanno riportato informazioni errate al servizio segreto italiano e hanno collegamenti con il movimento identitario italiano. Solo dopo e' stato inviato un agente della polizia italiana a bordo di una nave. Immagini e dati sono stati decontestualizzate e sono servite contro la nostra attivita'. Abbiamo ricostruito la vera cronologia e l'abbiamo sottoposta all'attenzione dei giudici". Lo ha detto il portavoce della Jugend Rettet, la Ong tedesca coinvolta nelle indagini della Procura di Trapani, nel corso di una conferenza stampa svoltasi due giorni fa dopo l'udienza del Tribunale del Riesame nella quale e' stato chiesto il dissequestro della nave "Iuventa". "Salutare gli scafisti? Ci rivolgevamo ai migranti", ha poi affermato il rappresentante legale dell'organizzazione, "il 18 giugno ci contestano un incontro con degli scafisti che poi sarebbero ritornati con dei migranti - ha aggiunto - togliendo il motore al peschereccio. In questo caso ci avvisano di aver comunicato con i pescatori di motori che avevano accompagnato i profughi da noi. Noi abbiamo parlato con loro soltanto per dirgli di andare via. Le immagini incluse nelle accuse mostrano come i pescatori rubano i motori durante il nostro soccorso, nonostante noi dicevamo di andare via". I membri dell'Ong hanno inoltre ricostruito le modalita' di soccorso avvenute il 18 giugno. "Abbiamo ricevuto una mail dal centro di comando di Roma con l'ordine di intervenire. Le foto diffuse dalla polizia, dove si vede un barchino con la scritta Kk non e' della Iuventa. Quello con le due lettere e' della Vos Hestia; la nostra (chiamata Lilli) era impegnata in un altro soccorso per un trasbordo di migranti dalla Iuventa alla Vos Hestia come ordinato dal centro di controllo di Roma. La Lilli non ha condotto l'imbarcazione in Libia ma le ha soltanto spostate. Ci trovavamo a 17 miglia nautiche dalla Libia. Sarebbe stato impossibile riportarla verso le coste libiche. Poi siamo andati a fare un altro soccorso e i trafficanti di motori hanno preso l'imbarcazione su cui viaggiavano i migranti. Nell'accusa non si fa riferimento al fatto che noi siamo intervenuti subito in un altro soccorso. Ci siamo sempre opposti al recupero dei pescherecci, noi li distruggiamo sempre".