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Cronache
Multedo, asilo chiuso per "accoglienza". Un caso di business-immigrazione

Di Claudio Bernieri

E’ lo strano ritorno di papa Woijtila: pareva un corteo di Solidarnosc la fiaccolata di popolo che passeggiava martedì sera per le strade del deposito idrocarburi e petroli (60 mila metri cubi infiammabili) e protestava contro i “ refugee”.

Siamo  a Multedo, quartiere operaio del Porto Petroli di Genova, ex rossissimo ed ora in rivolta: una avanguardia di 12 migranti soggiorna nell’asilo locale, destinato dalla defunta contessa Govone, con un lasciato di 60 anni fa,  ad ospitare una scuola per ragazzi, doposcuola e asilo. L’asilo assicurava agli abitanti del quartiere, ieri stazione balnerare d’elite ed ora dormitorio di periferia privo di  negozi  ,palestre e scuole,  un’oasi per i bambini del quartiere.

Martedì sera, ora dell’aperitivo: un lenzuolo con una citazione del papa polacco apre ora  l’ennesima fiaccolata del comitato per Multedo, mentre il circo dei media al completo assiste come a una prima cinematografica  alla partenza  del corteo. Una occasione ghiotta:  uno sparuto gruppo di nostalgici della bandiera rossa  da un mese arriva puntuale  con sfottò e insulti a fare del folklore metalmeccanico  contro i residenti definiti “xenofobi, razzisti e fascisti”. E  attempati anarchici , rifondaroli d’antan  e dame dei centri sociali che paiono comparse di un film di una fiction girata da Moretti per la TV intonano il “bella ciao”  secondo il rito del “ borghesi pochi mesi “ di sessantottesca memoria,  se la prendono pure con un nonno ex partigiano che  difende l’asilo. Gli sfottenti  reclamano – tra i falsh dei fotografi- il repulisisti  di quelli che definiscono “ xenofobi”. Ecco  militanti della Fiom e GCIL -ala dura dei camalli genovesi  in testa -contro   i residenti rei di volere l’asilo per i propri figli:  e racconta un residente del comitato,” certi mangiapreti  si sono alleati con la curia, con uno scambio di favori, dopo le aperture di Bagnasco ai cassintegrati dell’Ilva.” Voilà,  punkabbestia e prelati di  Curia ,tuniti  appassionatamente per difendere uno strano  business della immigrazione.  

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L’asilo è stato chiuso per accoglienza: le suore che lo gestivano si sono ritirate, lamentando scarsi introiti dai 40 bambini scritti all’asilo, e Bagnasco ha affidato alla cooperativa “ Migrantes” l’amato  compito di integrare 12 rifugiati, avanguardia di almeno trecento, a Multedo.  90 mila euro al mese vanno alla coop. Migrantes, che gestisce ora l’asilo-hotel.Poco importa che nel corteo neo solidarnosc di Multedo sfilino  ex partigiani e bariste mulatte, adolescenti , nonni , mamme  coraggio  e bambini a cavalcioni del papà indignato, cassintegrati, camalli del porto e dirigenti d’azienda.  La stampa locale tifa tutta per  Fiom e CGIL  che inonda di fischi “antizzisti e antixenofobi”, rigorosmente politicamente corretti,i residenti colpevoli di rivolere l’asilo, assegnato ai rifugiati. Folklore post moderno? Ad una indagine, le fiaccolate, freddine con il  cardinal Bagnasco accusato dai residenti di fare business di mala accoglienza sulla pelle dei bambini, si susseguono al ritmo di una alla settimana  sono però zeppe di una nuova categoria social politica: i  “camalli  xenofobi”. Gente del porto :” siamo tutti di sinistra qui a Multedo”,  giura un residente che si è portato dietro persino la bandiera rossa ma che viene stoppato subito da un agente Digos “ ma qui i rifugiati non li vogliamo”. Perché i 300 rifugiati  vivrebbero  in un “ residence” circondato da 60 milioni di metricubi di idrocarburi infiammabili. “ E se uno di loro improvvisa un barbecue nel giardino  e fa scoppiare un incendio? “ si chiede   un dirigente di azienda che al balcone rimira l’asilo Govone.”. E se uno di loro è un lupo solitario che gli viene il ghiribizzo  di far saltare tutto in aria? Qui tutti hanno paura,Porto Petroli è a rischio attentati ,è un obiettivo dei terroristi, e questi trecento migranti da dove vengono ? siamo sicuri? Sono tutti bravi ragazzi?   In Questura ci hanno diffidato  dal dirlo, ma a Multedo con un attentato si potrebbe far saltare in aria tutta Genova, sarebbe peggio di Cernobyl, una catastrofe”.

 Ed ora, non sapendo più a che santo votarsi, le mamme del quartiere, e  Simona Granara,la pasionaria di Multedo,  hanno  candidato  come sponsor il Beato  polacco :   dall’alto dei cieli prega perché a uno dei trecento rifugiati non gli venga in mente di  fare un pic nic nel giardino dell’asilo Govone.. Una storia di mala accoglienza e di furbo business . “Siamo rigorosamente apolitici, nessuna bandiera, ma fischietti e ceri ” assicura Simona: e via con il papa polacco che si sa, mise in tilt il regime dell’est e fece scricchiolare il muro di Berlino. Ora assunto a leader da un  quartiere di  sinistra di  cerca disperatamente una via uscita alla trasformazione  dell ‘asilo in hotel 5 stelle per rifugiati programmato dalla curia, sembra dire alla Fiom e a CGIL: “ se sbaglio mi corriggerete”. 

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