'Ndrangheta, la sentenza è in ritardo. E i mafiosi tornano liberi
Clamoroso autogol della Cassazione: la sentenza è scritta in ritardo. Tre imputati con doppia condanna per mafia tornano in libertà
Scarcerati per una sentenza scritta in ritardo. Proprio così. E non si sta parlando di rubagalline, ma di tre imputati per 'ndrangheta. L'incredibile vicenda accade in Calabria, al processo denominato "Cosa mia". L'inchiesta era nata nel 2010 grazie al procuratore Pignatone, che aveva svelato anche gli affari connessi alla costruzione della Salerno-Reggio Calabria. In corte di appello erano state nel 2015 confermate le condanne per 42 imputati. Il tutto aveva bisogno solo del passaggio in Cassazione per avere la condanna definitiva, ma le motivazioni dopo undici mesi non sono arrivate e così sono decorsi i termini.
Il risultato è la scarcerazione di tre imputati con doppia condanna in associazione mafiosa sono tornati in liberà. "Ho chiesto agli ispettori del ministero di acquisire notizie e verificare la veridicita' di questa notizia per poi eventualmente assumere iniziative conseguenti", ha reso noto il guardasigilli Andrea Orlando, a margine di un convegno dedicato alla giustizia.
"Non riusciamo a comprendere i motivi di questo inaccettabile ritardo da parte del giudice Stefania Di Rienzo che non depositando le motivazioni della sentenza, ha permesso la scarcerazione degli imputati del processo Cosa mia. Come si può avere fiducia di questa Giustizia?", chiedono i membri M5S della commissione Antimafia, sollecitando una urgente audizione del giudice. "Che segnale si dà - chiedono - ai cittadini onesti? Che Cosa è successo deve essere chiarito perché che se va bene si tratta solo di negligenza. Quasi un anno per depositare delle motivazioni che non vengono mai scritte, e rimette in piena libertà soggetti estremamente pericolosi. Questa situazione mette a rischio la stessa credibilità della magistratura. Si rende vano il lavoro delle forze dell'ordine, dei PM e di tutti quanti combattono per davvero ogni giorno le mafie. Andremo fino in fondo a questa situazione, costi quel che costi".