Cronache
Nicolina Pacini, "nessun affidamento ai nonni. Lo Stato non l'ha protetta"
Le rivelazioni dell'avvocato della 15enne uccisa a Foggia dall'ex della madre: "Colpa di Tribunali e servizi sociali"
"NICOLINA NON E' STATA PROTETTA DALLO STATO"
"Nicolina doveva essere protetta e quella mattina non doveva trovarsi là dove ha incontrato l'assassino, già denunciato e già consciuto per i suoi gesti estremi". Sono le parole, arrivate durante la trasmissione tv Pomeriggio Cinque, di Gelsomina Cimino, l'avvocato dei genitori di Nicolina Pacini, la quindicenna uccisa un mese fa a Foggia dall'ex della madre che le ha sparato in faccia, prima di morire suicida.
"NON ESISTE L'AFFIDAMENTO DI NICOLINA AI NONNI"
Quanto rivelato dall'avvocato Cimino metterebbe dunque un'ombra sull'operato di alcune istituzioni statali. "Ho scoperto l’esistenza di un provvedimento che consacra la responsabilità dei servizi sociali e dei Tribunali", ha detto l'avvocato. Secondo quanto rivelato dal legale, non esiterebbe alcun documento di affidamento di Nicolina ai nonni. "Non esiste", sostiene la Cimino la quale parla dell'esistenza di un solo provvedimento del Tribunale di Firenze, datato 1 ottobre 2013, sul quale si leggerebbe: "I bambini sono collocati con la madre presso i nonni materni".
"LA MAMMA AVEVA IL DIRITTO E IL DOVERE DI PORTARLA VIA"
La posizione del legale è dunque quella che Nicolina, insieme al fratellino Michele, sarebbero dovuti andare via con la madre vista la collocazione con la madre presso i nonni materni. "Lo Stato non ha saputo tutelare una bambina di 15 anni", ha detto ancora la legale. "La mamma di Nicolina è stata definita accattona e ignorante ma aveva il diritto e il dovere di portarsi via i figli. Oggi Nicolina sarebbe ancora viva”. Si sviluppa dunque un nuovo filone in una storia che può portare alla luce responsabilità finora rimaste nascoste e aprire un dibattito intorno al ruolo dello Stato nelle storie di affidamento.