OMS: aumentano gli adolescenti che ricorrono a psicofarmaci
di Alessandro Frezzato
Stanno aumentando in modo preoccupante gli adolescenti e anche i bambini a qui vengono prescritti psicofarmaci, a lanciare l’allarme è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), basandosi su uno studio condotto tra il 2005 e il 2012 tra Europa e Stati Uniti, dove emerge il dato secondo qui nella media il ricorso a questo genere di farmaci da parte degli adolescenti è salito oltre al 40%. Gli incrementi maggiori si sono registrati nella fascia di età che va dai 10 ai 14 anni e dai 15 ai 19 anni.
Secondo il direttore Salute mentale dell’Oms, Shekhar Saxena, i farmaci antidepressivi presi cosi presto possono produrre danni gravi. Oltretutto come rileva la stessa OMS, gli psicofarmaci prescritti ai minori di 18 anni non sono neppure autorizzati.
In Gran Bretagna ad esempio molti medici di base però, dichiarano di trovare alternative, visti i lunghi tempi di attesa per accedere alla psicoterapia e di casi che determinano grande disagio e sofferenza al giovane paziente e ai suoi familiari.
Tale preoccupante allarme lanciato appunto dall’OMS, fa comprendere bene quanto in moltissimi adolescenti europei e americani, sia presente un malessere interiore forte da causargli addirittura la depressione.
Questo tipo di malessere però, a mio avviso, non ha nulla a che vedere con quel classico disagio tipico della fase adolescenziale, che la stragrande maggioranza delle persone adulte ricordano di aver vissuto e superato, in quanto è più profondo e subdolo. Sarà provocato anche dall’ incertezza totale verso il futuro e dalla mancanza di punti di riferimento sani da seguire, a partire dalla famiglia?