Un bicchiere di glifosato: "Pesticidi nel 65% delle acque italiane"
Erbicidi, pesticidi, funghicidi: allarme sulle acque italiane
AUMENTANO I PESTICIDI NEI MARI E NEI LAGHI ITALIANI
Aumentano le falde e i corpi idrici in cui e' stata rilevata la presenza di prodotti fitosanitari (erbicidi, pesticidi, funghicidi): piu' venti per cento nelle acque superficiali e piu' dieci per cento in quelle sotteranee. Lo rilevano i risultati del monitoraggio di queste sostanze contenuti nell'edizione 2016 del Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque dell'ISPRA. Sono circa 130.000 le tonnellate di prodotti fitosanitari utilizzate ogni anno in Italia. Ad essi, si aggiungono i biocidi, impiegati in tanti settori di attivita', di cui non si hanno informazioni sulle quantita' e sulla distribuzione geografica delle sorgenti di rilascio. Nel biennio 2013-2014 sono stati analizzati 29.220 campioni per un totale di 1.351.718 misure analitiche, con un sensibile aumento rispetto al biennio precedente. Nel 2014, in particolare, le indagini hanno riguardato 3.747 punti di campionamento e 14.718 campioni e sono state cercate complessivamente 365 sostanze (nel 2012 erano 335). Sono state trovate 224 sostanze diverse, un numero sensibilmente piu' elevato degli anni precedenti (erano 175 nel 2012). Le acque superficiali "ospitano" pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio controllati (nel 2012 la percentuale era 56,9); nelle acque sotterranee, sono risultati contaminati il 31,7% dei 2.463 punti (31% nel 2012).
ACQUE ITALIANE SEMPRE PIU' CONTAMINATE
Il risultato complessivo indica un'ampia diffusione della contaminazione, maggiore nelle acque di superficie, ma elevata anche in quelle sotterranee, con pesticidi presenti anche nelle falde profonde naturalmente protette da strati geologici poco permeabili. Nelle acque superficiali, 274 punti di monitoraggio (21,3% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualita' ambientali. Le sostanze che piu' spesso hanno determinato il superamento sono: glifosate e il suo metabolita AMPA (acido aminometilfosforico), metolaclor, triciclazolo, oxadiazon, terbutilazina e il suo principale metabolita, desetil-terbutilazina. Per quanto riguarda il glifosate e il metabolita AMPA, presenti rispettivamente nel 39,7% e nel 70,9% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali, va chiarito che sono cercati solo in Lombardia e Toscana, dove sono tra i principali responsabili del superamento dei limiti di qualita' ambientali. Nelle acque sotterranee, 170 punti (6,9% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualita' ambientale. Le sostanze piu' frequentemente rinvenute sopra il limite sono: bentazone, metalaxil, terbutilazina e desetil-terbutilazina, atrazina e atrazina-desetil, oxadixil, imidacloprid, oxadiazon, bromacile, 2,6-diclorobenzammide, metolaclor. Diffusa e' la presenza dei neonicotinoidi sia nelle acque superficiali, sia in quelle sotterranee. Tra questi, in particolare, l'imidacloprid e il tiametoxan, che hanno anche determinato il superamento dei limiti di qualita'. I neonicotinoidi sono la classe di insetticidi piu' utilizzata a livello mondiale e largamente impiegata anche in Italia. Uno studio condotto a livello mondiale (Task Force sui Pesticidi Sistemici - 2015) evidenzia come l'uso di queste sostanze sia uno dei principali responsabili della perdita di biodiversita' e della moria di api. Nel complesso la contaminazione e' piu' ampia nella pianura padano-veneta dove, come gia' segnalato in passato, le indagini sono generalmente piu' efficaci. Nelle cinque regioni dell'area, infatti, si concentra poco meno del 60% dei punti di monitoraggio dell'intera rete nazionale. In alcune Regioni la contaminazione e' molto piu' diffusa del dato nazionale, arrivando a interessare oltre il 70% dei punti delle acque superficiali in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, con punte del 90% in Toscana e del 95% in Umbria. Nelle acque sotterranee la diffusione della contaminazione e' particolarmente elevata in Lombardia 50% dei punti, in Friuli 68,6%, in Sicilia 76%.
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