Terrorismo, Gabrielli rilancia. "Attentati in Italia? Un'ipotesi concreta"

"Se diciamo che siamo dentro una minaccia, dentro un terrorismo liquido, che si fa con oggetti occasionali e non ci vogliono il Semtex o il C4, è un'ovvietà dire che la probabilità che possiamo essere colpiti è abbastanza significativa". Il capo della polizia Franco Gabrielli torna sulle parole di qualche giorno fa sulla possibilità che l'Italia sia colpita dal terrorismo. E lo fa nel corso di una lunga audizione di fronte alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie. Il suo approccio è lo stesso di quando era a capo della Protezione civile: meglio sapere che si rischia un terremoto, ed essere preparati, che sperare semplicemente che non avvenga.

"Credo - spiega - che una società civile consapevole, e questo me lo porto dietro dalla mia esperienza in Protezione civile, sia più efficace nell'affrontare questi problemi. Sono preoccupato non perché - puntualizza - qualcuno ha scritto con la solita superficialità che l'ho detto per mettere le mani avanti. Ma perché credo che sia importante fare un percorso di consapevolezza. Uno dei deficit più grandi del nostro Paese è la consapevolezza del rischio. Se uno ce l'ha risponde in maniera più appropriata, se non ce l'ha poi cede a una reazione isterica".D'altra parte, sottolinea, "la vita è sacra ma io considero la libertà ancora più sacra della vita. Siamo in un Paese in cui delle persone hanno pagato con la vita per consegnarci un Paese libero. La mia preoccupazione è che ci facciamo condizionare. Non dobbiamo farlo, sapendo che c'è un rischio significativo e questo questo non sposta minimamente la nostra vita di tutti i giorni". "Trecento persone - ha aggiunto - sono morte di attentati in Europa in questi anni. In Italia 3.400 persone sono morte per incidenti stradali, ma nessuno ha messo in discussione il fatto di andare in macchina".
 

IL VIDEO CON LE PAROLE DI GABRIELLI