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Cronache
Tre giornalisti del "Domani" rischiano il carcere dopo la denuncia di Crosetto
Emiliano Fittipaldi

I giornalisti del "Domani" rischiano il carcere dopo il caso Crosetto

Dopo l'audizione in Commissione Antimafia del direttore del Domani Emiliano Fittipaldi, è stata indetta per questa mattina alle ore 11.30 una conferenza stampa nella sede dell’Associazione Stampa Estera.

Tre giornalisti del Domani, come si legge sul sito del quotidiano, sono indagati nell’inchiesta di Perugia che punta a chiarire il caso dei presunti accessi abusivi nel database della Direzione distrettuale antimafia. I giornalisti coinvolti sono Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine.

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L’argomento della conferenza stampa è “Caccia alle fonti: tre giornalisti di Domani rischiano il carcere”. I colleghi del Domani discuteranno di libertà di stampa in Italia e del rischio di ridurre gli spazi di libera informazione. Ma anche del mancato rispetto del Media freedom act.

Tizian, Trocchia e Vergine rischiano fino a 9 anni di carcere con l’accusa di aver chiesto e ricevuto documenti riservati da un pubblico ufficiale, e di aver violato il segreto istruttorio attraverso la richiesta e la pubblicazione di informazioni contenute in quei documenti.

GUARDA QUI L'AUDIZIONE DEL DIRETTORE DEL "DOMANI" EMILIANO FITTIPALDI IN COMMISSIONE ANTIMAFIA

L’indagine è partita dalla pubblicazione nell’ottobre del 2022 di un’inchiesta del quotidiano sul conflitto di interessi che riguarda il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, advisor di Leonardo quando rivestiva il ruolo di presidente dell'Aiad, la Federazione Aziende Italiane per l'Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza.

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Il ministro non ha smentito le informazioni sui compensi ricevuti perchè, come afferma Domani non avrebbe potuto farlo, in quanto le notizie pubblicate erano vere. Tuttavia il ministro ha chiesto all’autorità giudiziaria di individuare le fonti che hanno consentito al quotidiano di pubblicare le notizie che lo riguardavano, lamentando un abuso sulle informazioni che a dire dello stesso ministro non potevano essere divulgate.

Da qui la decisione della procura di Perugia – che indaga per competenza, visto che tra gli indagati c’è il magistrato di Roma Antonio Laudati oltre all’ufficiale della guardia di finanza Pasquale Striano – di risalire alle fonti dei cronisti del Domani. Una dinamica "molto pericolosa per la libertà del giornalismo e per il dovere deontologico di garantire la riservatezza delle fonti, che rischia di trasformare il giornalismo d’inchiesta in un reato", scandisce il quotidiano.

GUARDA QUI LA CONFERENZA STAMPA DEI GIORNALISTI DEL DOMANI

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