Armenia, la Turchia contro il Papa: "Ha la mentalità delle Crociate"
Il vicepremier turco, Nurettin Canikli, contro Papa Francesco
Le dichiarazioni di papa Francesco, che ha di nuovo definito come un "genocidio" il massacro degli armeni sotto l'impero ottomano nel 1915, sono state "molto spiacevoli" e indicano la persistenza della "mentalità delle Crociate". Lo ha detto il vicepremier turco, Nurettin Canikli. È la prima reazione di Ankara alle parole del Papa durante la sua visita in Armenia.
Subito arriva una precisazione da parte del Vaticano: "Il Papa non sta facendo Crociate, nessun testo e nessuna parola espressa da papa Francesco durante il suo viaggio in Armenia ha mostrato alcuna ostilità verso la Turchia" ha replicato padre Lombardi portavoce della Santa Sede, "piuttosto i suoi discorsi sono stati infusi di inviti all'Armenia e alla Turchia di costruire ponti di pace e di riconciliazione".
Già in passato il termine genocidio usato dal Papa aveva creato frizioni col governo di Ankara. Nel giugno del 2015 il presidente Erdogan aveva invitato Francesco a non ripetere l'errore di dare colpe ai turchi, e aveva anche richiamato il proprio ambasciatore.
Al suo terzo e ultimo giorno di visita in Armenia, il Papa, dopo la messa celebrata in privato nel palazzo apostolico di Etchmiadzin, ha incontrato i 14 vescovi armeni cattolici, alla presenza di circa 12 sacerdoti che svolgono il ministero nel paese e poi nel piazzale di san Tiridate di Etchmiadzin, a pochi chilometri dalla capitale armena, ha partecipato alla Divina Liturgia presieduta da Karekin II, patriarca e Catholicos di tutti gli armeni. Etchmiadzin - sede del Catholicos - è considerata la città più sacra del Paese. Secondo gli annali armeni del V secolo, san Gregorio 'l'Illuminatore' ebbe una visione di Cristo che scendeva dal cielo e colpiva il suolo con un martello d'oro per mostrare il luogo dove sarebbe dovuta essere costruita la Cattedrale. Quindi il patriarca diede alla chiesa e alla città il nome attuale, che significa "il luogo dove discese l'Unico Figlio". Nel pomeriggio, Papa Francesco e il Catholicos firmano una dichiarazione congiunta, atto previsto dall'inizio del viaggio, poi cancellato per un disaccordo sul testo e ora reintrodotto. I due leader spirituali firmeranno il documento nel palazzo apostolico di Etchmiadzin.