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Antonio Fazio e Gianpiero Fiorani
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Soldi. Tanti soldi. Almeno
15 milioni di euro versati si un conto estero del Vaticano con la mediazione del cardinale Rosalio José Castello Lara, già presidente dell’Apsa (Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica), il “ministero delle Finanze” di Oltretevere. Gianpiero Fiorani, ex Ad di Bpi, torna alla ribalta con queste dichiarazioni rilasciate il 10 luglio 2007 ai giudici di Milano. Il banchiere amico di Antonio Fazio, ex governatore di Bankitalia, tira in ballo un po’ tutti e racconta di un colloquio con il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi, avvenuto poco dopo la scarcerazione. Secondo
Repubblica Fiorani si lamenta di essere lasciato solo, la risposta del porporato è semplice: “La Chiesa è fatta di uomini e loro possono sbagliare”. E Fiorani incalza: “Se sbaglia lei, io sto parlando con lei, non con il parroco di campagna”. Re, 71 anni, è molto amico di Fazio ed è stato un personaggio di punta nella Curia di Giovanni Paolo II.
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Il cardinale Rosalio Castillo Lara |
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Ma quei soldi al
cardinale Lara? Quelli, spiega Fiorani, “li ho dati quando ho comprato la Cassa Lombarda”, una quota della quale era posseduta proprio dall’Apsa. Il porporato, racconta ancora il banchiere, li avrebbe chiesti “possibilmente su un conto estero, non sul conto del Vaticano”. Che, sempre secondo Fiorani, sarebbe stato aperto insieme ad altri due presso la Banca della Svizzera Italiana. Entità delle sostanze? “Dai due ai tre miliardi di euro”.
Fin qui la cronaca. Ma la Santa Sede come ha reagito? Fonti di Affari da Oltretevere così commentano: “Vecchie robe. Secondo te, che fine faranno? Un personaggio dell’Italietta sardegnola lancia accuse gravi contro un cardinale di Santa Romana Chiesa, e poi?”. Già, e poi? “E poi finirà tutto in una bolla di sapone”. Ma perché, chiediamo, Fiorani ha sentito l’esigenza di accusare il cardinale Lara? “E’ la sua strategia – è la risposta – per uscire dalla rete di accuse in cui è finito. E se è per questo, dirà anche di peggio”, assicurano dalla Santa Sede. Perché, almeno questo sembrerebbe il pensiero di tanti, in Curia, “Il fatto di buttare l’osso è per restare a galla”. D’accordo. E con i soldi, come la mettiamo? “Da qua a parlare dei versamenti come dice Fiorani ce ne corre, ed è tutto da verificare”. Quello che molti sospettano, semmai è che si tratti di una “boutade detta per salvarsi alleggerendo la propria posizione”.
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Fiorani e Costantino (da Chi) |
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Insomma, a sentire i
rumors romani, sembra proprio che la Curia non sia
impensierita dall’uomo che voleva dare un bacio in fronte al pio Fazio, cattolico osservante vicino ai Legionari di Cristo, nell’era Wojtyla uno dei movimenti conservatori in forte ascesa e oggi rientrato nell’ombra dopo le indagini e accuse sul loro fondatore, padre
Maciel Degollado, accusato di atti di pedofilia compiuti su seminaristi. Così vicino ai Legionari da aver preso parte all’inaugurazione della loro
Università Europea, nell’agosto del 2005. E che una delle sue figlie,
Maria Chiara, ha iniziato il cammino che la porterà a diventare suora proprio in una cappella della Legione. Intanto la giustizia fa il suo corso. Il Gup di Milano, Luigi Varanelli, ha fissato per il 23 novembre l’inizio dell’udienza preliminare per il caso
Antonveneta. Fiorani dovrà rispondere di un’accusa pesante: essere stato il promotore della tentata scalata illecita ad Antonveneta, e Fazio con lui.