Voto di scambio, indagato l'eurodeputato Pd Nicola Caputo
Appoggio elettorale e finanziamenti in cambio di uno svincolo autostradale. Sono le accuse mosse a Nicola Caputo all’epoca dei fatto consigliere Regionale e attualmente Europarlamentare nelle fila del PD, dal pool di giudici guidato dall’aggiunto Giuseppe Borrelli, dai pm Sandro D’Alessio, Maurizio Giordano, Catello Maresca, Cesare Sirignano.
Secondo l'accusa il Consigliere Regionale avrebbe smosso mari e monti per far ottenere ad un gruppo di imprenditori molto vicini a lui (che tra l’altro lo avrebbe finanziato per almeno 100 mila euro) la concessione per realizzare uno svincolo autostradale sulla strada statale Nola-Villa Literno.
L'indagine su Caputo nasce da uno stralcio dell'indagine sul Comune di Villa di Briano. Secondo le investigazioni dei carabinieri le attività dell'amministrazione del Pd a Villa di Briano erano nelle mani della fazione del clan dei Casalesi guidata dal boss Antonio Iovine 'o Ninno. E, scrive il Fatto Quotidiano, il sindaco Dionigi Magliulo era solo uno strumento nelle mani del fratelli Nicola, funzionario dell'ufficio tecnico, arrestato a luglio con accuse di associazione camorristica.
A mettere nei guai Caputo alcune intercettazioni nelle quali due emissari del clan accennano a un patto politico: 100 mila euro dai Magliulo per la campagna elettorale di Caputo alle regionali del 2010 in cambio di un intervento in Regione per assicurare i fondi per la realizzazione dello svincolo sulla statale Nola-Villa Literno.
Caputo, tramite alcuni organi di stampa, ha subito preso le distanze da questa situazione, ritenendosi indignato per le accuse ricevute e assolutamente estraneo ai fatti a lui contestatigli, dando anche immediato mandato ai proprio legali di difendere la propria verità, offrendosi di parlare con il Pm quanto prima, cosicché possa esprimere il proprio punto di vista.