Culture
Massimo Fini e il populismo di Grillo: "M5S oltre destra e sinistra..."

di Antonio Prudenzano
su Twitter: @PrudenzanoAnton
Già nel corso dell'ultima campagna elettorale, aveva fatto molto discutere la presunta apertura, poi smentita, da parte di Beppe Grillo a Casa Pound. In queste ore in rete in tanti, anche tra i sostenitore del Movimento 5 Stelle, sono tornati a dare del "fascista" a Grillo, dopo che ieri l'ex comico ha sconfessato i senatori M5S che hanno presentato e fatto approvare l'emendamento per l'abolizione del reato di clandestinità. "La loro posizione in Commissione è del tutto personale, non faceva parte del programma. Non siamo d'accordo nel metodo e nel merito", hanno scritto in un duro post a quattro mani Grillo & Casaleggio. Aggiungendo, sempre sul loro blog: "Questo emendamento è un invito agli emigranti dell'Africa e del Medio Oriente a imbarcarsi per l'Italia". Del fatto che secondo molti osservatori Grillo si stia spostando "a destra" e dell'evoluzione del suo "populismo", Affaritaliani.it ha parlato con Massimo Fini, firma controcorrente del Fatto Quotidiano. E l'intervista è stata anche l'occasione per riflettere sul lavoro fin qui svolto dai parlamentari del M5S. Prima di cominciare, però, Fini ci tiene a fare una premessa: "Per quel che mi riguarda, se nel mondo globalizzato i capitali possono viaggiare dove vogliono in cerca della migliore remunerazione, allora non vedo perché anche gli uomini non debbano avere lo stesso diritto... a meno che non si ritenga che il denaro debba avere maggiori diritti rispetto agli uomini. Di conseguenza, a mio avviso il reato di immigrazione clandestina non dovrebbe esistere".
Quindi il leader dei 5 Stelle si sta spostando a destra?
"Il Movimento va oltre le categorie di destra e sinistra, peraltro superate da tempo. E quindi è inevitabile che al suo interno contenga di tutto".
Lei non condivide la posizione di Grillo sull'abolizione del reato di clandestinità?
"No ma, ripeto, non si può ragionare in modo vecchio, tirando ancora fuori concetti come destra e sinistra. Ormai siamo ben oltre".
Una delle dichiarazioni di ieri dei leader 5 Stelle che colpisce di più è forse questa: "Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l'abolizione del reato di clandestinità l'M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico".
"Grillo ha esplicitato quello che tutti i partiti fanno in campagna elettorale. Forse è stato un po' impulsivo, ma la sua è una dichiarazione onesta".
A proposito, ci sono differenze tra il populismo di Grillo e quello di Berlusconi?
"Certo che ci sono. Perlomeno quello di Grillo è nuovo. Ricordo che Berlusconi, un pregiudicato, è arrivato a dire che la magistratura è il cancro della democrazia".
Quindi non muove critiche a Grillo e ai 5 Stelle?
"Sì che li critico, ma noto anche che, come accadde alla Lega degli inizi, i media tendono ad avere sempre il dito puntato, sottolineando ogni minimo errore".
Ma allora cosa sbaglia il M5S?
"Il meccanismo dei 5 Stelle è troppo macchinoso. Pretendere che i parlamentari siano solo dei portavoce della rete, oltre che di Grillo stesso, è improponibile. Del resto il problema era già emerso ai tempi dell'elezione del presidente della Repubblica".
Chiudiamo con un bilancio: come giudica questi primi mesi dei 5 Stelle in Parlamento?
"Stanno presentando numerose proposte e, buone o cattive che siano, i media non le riprendono quasi mai. Allo stesso tempo, è molto difficile per loro operare. Centro-destra e centro-sinistra governano insieme e sono arroccati, non lasciando margini di manovra ai parlamentari grillini. Quindi concretamente questi ultimi possono fare poco. Farebbero bene a imparare in fretta un po' di 'grammatica del sistema', per non farsi fregare dai vecchi partiti... E comunque, non si può pensare che in pochi mesi questo Movimento possa ribaltare una situazione drammatica che dura da ormai 30 anni".