Lemaitre, scrivere noir al tempo del dramma della disoccupazione - Affaritaliani.it

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Lemaitre, scrivere noir al tempo del dramma della disoccupazione

 

Pierre Lemaitre

LA TRAMA

Alain Delambre è un impiegato, un quadro di cinquantasette anni distrutto da quattro anni di disoccupazione, costretto ad accettare lavoretti squalificanti. Al sentimento di fallimento personale si aggiunge presto l’umiliazione di essere maltrattato per cinquecento euro al mese. Così il giorno in cui un imprenditore decide di valutare la sua candidatura come direttore delle risorse umane, Alain Delambre è pronto a tutto, a chiedere soldi in prestito, a umiliarsi di fronte agli occhi della moglie e delle figlie, addirittura è pronto a partecipare all’ultima prova pur di essere assunto: un gioco di ruolo, la simulazione di un rapimento. Alain Delambre si tuffa anima e corpo nella lotta per riconquistare la propria dignità. Ma quando si rende conto che i dadi sono truccati, la sua collera non ha limiti. E il gioco di ruolo si trasforma in un gioco al massacro.

 

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di Antonio Prudenzano
su Twitter: @PrudenzanoAnton

Prima di diventare uno scrittore di successo, oltre che un apprezzato sceneggiatore, il francese Pierre Lemaitre ha a lungo insegnato letteratura. Autore di quattro (premiati) romanzi tradotti in 13 lingue, è appena tornato nelle librerie italiane con Lavoro a mano armata (Fazi - nel box in basso a destra la trama, ndr), che si è aggiudicato il Prix Le Point du Polar européen 2010. Il film omonimo tratto dal libro è in fase di lavorazione e avrà come protagonista Sandrine Bonnaire.

Lemaitre, dopo Alex e L’abito da sposo, ha deciso di confrontarsi con un tema purtroppo molto attuale, il dramma della disoccupazione. In Italia, stando agli ultimi dati Istat, quella giovanile ha toccato livelli record. Anche in Francia la situazione è così negativa?
"La situazione è piuttosto simile, purtroppo. In Francia (e probabilmente anche in Italia), la curva mostra chiaramente che sono i due estremi ad essere più toccati dalla disoccupazione: i giovani e i più anziani. Tengo da parte le donne che, certamente, nei momenti di crisi sono sempre le prime a pagare il prezzo più alto".

Lavoro a mano armata è un thriller sulla perdita di dignità data dalla mancanza di lavoro?
"Sì, è un primo livello del romanzo. Ma ce n'è un altro: quello dell'ingranaggio, della spirale del desiderio. Si comincia un'azione, ci si intestardisce, si arriva a un punto di non ritorno, dopo il quale bisogna arrivare fino in fondo, qualunque siano le conseguenze… E' una nevrosi che incombe su ognuno di noi e consiste nel correre dietro qualcosa senza comprendere davvero che il prezzo della nostra azione è infinitamente più alto dei benefici che possiamo trarne, una tragedia…".

Lei ha dichiarato che il suo obiettivo è scrivere libri da cui Alfred Hitchcock avrebbe voluto trarre dei film: tra i suoi romanzi, secondo lei, quale avrebbe scelto il grande regista?
"Credo che avrebbe adattato L'abito da sposo (pubblicato da Fazi nel 2012, ndr), il mio secondo romanzo, quello che ho scritto pensando di più a lui..."

Lemaitre Pierre 500

Cosa pensa degli autori noir italiani?
"Li conosco abbastanza bene, li leggo spesso. Dopo aver seguito per molti anni i 'grandi vecchi' Fruttero e Lucentini, ho poi seguito il lavoro di Marcello Fois e di Carlo Lucarelli, poi in maniera molto specifica Niccolò Ammaniti, che ammiro enormemente. Poi c'è anche De Cataldo, che ha avuto anche lui molto successo in Francia".

E qual è il suo autore preferito di sempre?
"Indiscutibilmente Marcel Proust".

Cosa può anticipare sulla trama del suo prossimo romanzo?
"Purtroppo non molto. Ho appena terminato un romanzo lungo che non è un poliziesco e che si svolge in Francia negli anni '20, mi ha impiegato molte energie e ha richiesto molta cura (è la vera e propriarentrée littéraire, una specialità molto francese...). Approffito di questo momento per 'flirtare' con alcune storie, dopodiché… mi lancerò".