Culture
Lavorare per anni in Rai? Il diario minimo di sopravvivenza di Ivano Balduini
TI HO DATO I MIEI ANNI MIGLIORI
Diario minimo di sopravvivenza
un romanzo di Ivano Balduini
(in uscita in libreria con Aliberti compagnia editoriale)
«Eroe è colui che fa quello che può» scriveva Romain Rolland. Il protagonista di questo romanzo è un vero e proprio eroe – o meglio un antieroe – moderno, il cui principale scopo è sopravvivere alla giornata. È aggressivo e insicuro, sarcastico e disincantato. Come un piccolo satellite, orbita continuamente – timoroso e caparbio – intorno al centro del suo universo: «Il palazzo di vetro più famoso e nocivo d’Italia: la Direzione generale Rai». Lavora in televisione, se ne sta in bilico, sempre con un piede dentro e l’altro fuori da quel mondo apparentemente luccicante fatto di relazioni interessanti e interessate, criteri imperscrutabili di promozione e carriera lavorativa, cene e feste, amori e amicizie, con quella insopportabile leggerezza del vivere che avvolge tutto come una nube. Non riesce nemmeno a condividere le classiche trasgressioni del suo ambiente, come gli accade «la prima e ultima volta che ho assunto cocaina, quando sono stato funestato per un mese da diarrea ciclonica, calo totale della libido, forte tendenza ad ascoltare la musica degli Abba». Un’autobiografia fittizia? Un ritratto di costume? Il libro di Ivano Balduini è anche altro, un romanzo sullo spaesamento dei nostri anni. Sulle nostre vite liquide e disilluse, sempre sconfitte eppure irriducibili, ancora convinte di poter trovare qualche punto di riferimento nel caos.
Ivano Balduini, è nato a Pesaro l’11 maggio del 1955. È autore e sceneggiatore radiofonico e televisivo. Dopo gli studi di Lingue e letterature straniere all’Università di Urbino con Mario Luzi e Carlo Bo, ha approfondito la conoscenza della cultura e della musica sudamericana. Ha tradotto in italiano cantautori come Chico Buarque de Hollanda, Victor Jara, Silvio Rodriguez, e Nicomedes Santa Cruz. Dal 1980 collabora con la Rai. Ha scritto le docu-fiction Le magnifiche sei e I passi del silenzio , entrambe presentate al Prix Italia. È autore di alcuni dei maggiori programmi dell’intrattenimento di Raiuno, come Fantastico, Numero Uno, Novecento, Domenica In, Il Festival di Sanremo.
ANTEPRIMA (per gentile concessione di Aliberti)
Ho visto cose che nemmeno vi immaginate. E anche se ve le immaginate, non sono come ve le immaginate. Ho visto le migliori menti della mia generazione sfrutta- te, lottizzate, ricattate. Ho visto appalti di comodo, inspiegabili fulminee carriere. Vergini turlupinate da luridi dirigenti semieunuchi e ri- spettabili venerandi rimbecilliti da troiecacciatorpediniere. Ho incontrato idioti semplici e idioti raccomandati. Ho affitti arretrati, ideali arretrati, ho perso treni mai passati. Ho passato i trentacinque, sono laureato in niente. Ho fatto un po’ di teatro, un po’ di giornalismo, un po’ di pubblicità. Lavoro in televisione. Conosco, indirettamente, almeno un onorevole per partito. Sono aggressivo e insicuro, sarcastico e disilluso. Sono sudato. Ho una fidanzata che sa che non la sposerò. E viceversa. Non ho mai cercato attenuanti. Sono uno come tanti. Molto sudato. Ogni giorno che mi sveglio mi chiedo: ce la farò? Come adesso... ecco, mi sono svegliato. Cazzo, già le otto! Già lunedì! Già marzo!